1° Raduno Giovani CAI Piemonte

CAI Giovani all'incontro EUSALP 2025

Nei giorni 5, 6 e 7 settembre si è svolto il primo Raduno Giovani CAI Piemonte, organizzato in concomitanza con la manifestazione “Val Grande in verticale” nelle Valli di Lanzo (TO).

La scelta di affiancare l’iniziativa alla Val Grande in verticale ha permesso non solo di intercettare nuovi giovani interessati ad avvicinarsi alle attività del CAI, ma anche di beneficiare, in parte, della già collaudata organizzazione logistica legata a punti tenda e attività collaterali.

Con circa cinquanta partecipanti, il raduno può essere considerato un successo significativo, soprattutto trattandosi della prima edizione. In un momento di rinnovato slancio per l’attività dei giovani del CAI in Piemonte, l’occasione di confronto tra gruppi di recente costituzione e realtà già consolidate ha rappresentato un’importante opportunità di crescita e stimolo reciproco. Ogni sezione, con le proprie peculiarità, ha infatti contribuito portando idee e proposte utili a sviluppare potenzialità ancora inespresse in altri territori.

Per quanto riguarda le attività, l’arrampicata ha avuto un ruolo centrale: dai percorsi più semplici, pensati per chi si avvicinava per la prima volta a questa disciplina, alle prove più tecniche dedicate a chi già la praticava, con momenti di apprendimento, allenamento e condivisione.

Non è mancato l’aspetto escursionistico: una splendida uscita al Colle di Fea, con partenza da Forno Alpi Graie (TO), ha impegnato i partecipanti in un itinerario non banale, della durata di circa sette ore e con un dislivello di 1.400 metri.

Un’ulteriore proposta è stata l’attività speleologica presso le Grotte di Pugnetto, nel comune di Mezzenile. L’esperienza, pensata come un primo avvicinamento concettuale alla speleologia, ha visto i posti disponibili esaurirsi rapidamente a causa degli ingressi contingentati, a conferma del forte interesse e del buon riscontro dell’iniziativa.

Il bilancio complessivo è quindi estremamente positivo: eventi di questo genere dimostrano che si può – e si deve – osare di più, la potenzialità enorme di portare nuovamente la cultura della montagna alle nuove generazioni parte anche da queste attività, una cultura della fatica ma anche della ricompensa, aspetti sempre meno immediati in un mondo veloce e orientato alla comodità.

Paolo Marchetti

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