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Promozione del Patrimonio dell’ambiente e della Ruralità dell’alto Fiume Volturno

28 Giugno 2022 ore 09:00 - 19:00

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1 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Promozione del Patrimonio dell’Ambiente
e della Ruralità dell’Alto Fiume Volturno

Staffieri Giuseppe – Tomeo Patrizia
Sottosezione Montaquila -Valle del Volturno- Sezione di Isernia

L’area oggetto di studio dell’elaborato è rappresentata dall’Alto corso del F. Volturno, [fig.1] compresa tra il versante occidentale del Massiccio del Matese alle sorgenti del Massiccio delle Mainarde.
Costituisce area di eccellenza per un quasi incontaminato stato di naturalità preservando aree di Biodiversità e Geodiversità, compresa tra due Parchi: PNALM , a nord-ovest, e Parco del Matese a sud est. Conseguenziale il permanere di condizioni di particolare pregio di ruralità, borghi, tradizioni, testimonianze storiche, antropologiche.
Procedendo da sud verso nord, si fa riferimento ai territori dei Comuni di:
Montaquila, Filignano, Colli al Volturno, Cerro al Volturno, Rocchetta al Volturno,
Scapoli, Castel San Vincenzo, Pizzone. [Fig.2]

L’area di trattazione viene presentata con i suoi elementi peculiari, associati su ideali percorsi di assonanze, individuazione degli elementi e iniziative di promozione di un paesaggio, che come dichiarato dalla Convenzione Europea del Paesaggio (2000), sottoscritta e condivisa da 13 nazioni a Firenze, così enuncia: «il paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni».
Il «paesaggio è patrimonio culturale, globale e collettivo, a cui tutti hanno diritto di godere».

E’ fondamentale riconoscere per tutelare, per promuovere, per standardizzare interventi distinguendo per questa area un:
Paesaggio della Biodiversità: Cervi, camosci, volpi, lupi, orsi, fiori, piante;
Paesaggio della Geodiversità:,sorgenti, fiumi, cascate, laghi, circhi glaciali, valli glaciali, travertino, corpi deposizionali, fossili;
Paesaggio della Ruralità: mulini, frantoi, borghi, abbeveratoi, aie, muri, tholos, fontane, rifugi;

Sono tracciati, inoltre, ideali Sentieri Tematici che possono essere locali o transregionali, come anche proposte le azioni di Intersezionali/Gemellaggi, partecipazione di Associazioni Locali, Seminari, Eventi/Mostre, Convegni, Produzioni Editoriali.
L’efficacia dell’azione delle proposte si ritiene possa raggiungersi se gli eventi assumono sistematicità, periodicita’ e così trasmettere un messaggio di sensibilizzazione verso fruitori, Enti, Categorie. Non meno determinante è la individuazione di parametri di valutazione e standard qualitativi dei servizi.

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Fig.1 Gianfrancesco Trutta (1776) riporta la viabilità dell’area e attraversamenti sul f. Volturno.

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Fig.2

In diversi ambiti sono esaminati e definiti concetti che l’Operatore Tutela Ambiente Montano assume nella sua strutturazione.
Il termine AMBIENTE indica il risultato di una serie di processi essenzialmente naturali, considerati all’origine di tutto ciò che è intorno all’uomo.
Il termine deriva dal latino –ambiens-, participio presente del verbo ambire, che significa “circondare”.
Lo stesso prefisso amb (simile al greco amphi ) indica «intorno».
Nell’ordinamento italiano non esiste, tuttora, una definizione di ambiente, né la sua difesa è espressamente garantita dalla Costituzione, si trovano però alcuni articoli che, secondo la giurisprudenza, ne garantiscono indirettamente la tutela:

Articolo 9
«La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione»,
Articolo 32
«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività»
A conferma del fatto che questi articoli sono sufficienti a garantire costituzionalmente la tutela dell’ambiente, si è espressa la Corte costituzionale con la sentenza n.641 del 30 dicembre 1987: «nel nostro ordinamento giuridico la protezione dell’ambiente è imposta da precetti costituzionali (artt.9 e 32) ed assurge a valore primario e assoluto»

Articolo 117 comma 2-3
Della legge costituzionale n.3 del 2001 (Riforma del Titolo V della Costituzione), tra le materie assegnate a titolo esclusivo dal legislatore alla competenza dello Stato, nell’elenco di cui al comma 2 del citato articolo, vengono specificate:
«la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali»
mentre a titolo concorrente alle Regioni vengono assegnate:
«valorizzazione dei beni ambientali e culturali»

Con la Legge Costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, viene modificato l’ Articolo 9, con aggiunta al terzo comma:
-La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica;
-Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione;
-Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi,
anche nell’interesse delle future generazioni.
La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali e l’ Articolo 41 con incisi
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.

Il CAI ha , tra i suoi compiti istituzionali, “mission” dell’Associazione, la promozione :
 di iniziative di formazione di tipo etico-culturale e tecnico;
 di studi dedicati alla diffusione della conoscenza dell’ambiente montano e delle popolazioni nei suoi molteplici aspetti;
 della conservazione della cultura alpina;
 della tutela dell’ambiente montano;
Appartengono al patrimonio culturale le Tecniche e le Conoscenze della gente di montagna:
 Costruzione e manutenzione di abitazioni, stalle, fienili, caciare, capanne ripari, luoghi di culto;
 Tecniche e abilità nella lavorazione del legno, della pietra e delle fibre vegetali, per costruzioni, usi agricoli, attrezzature, oggetti ornamentali.

Il Rapporto Brundtland, [presidente di commissione], documento conclusivo dei lavori della Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (1987), fornisce la definizione di Sviluppo Sostenibile come:
lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri.
Da questa definizione e dal dibattito internazionale conseguente è stata riconosciuta la stretta interrelazione fra sviluppo economico, sociale ed ambientale.
L’esigenza di far emergere le aree interne dall’abbandono che di fatto hanno subito, ha costituito condizione di preservazione.
Il passaggio per un utilizzo nuovo, diventa cruciale, determinante.
Il tentativo speculativo di diversi settori, strenuamente contrastato dalle comunità locali, più o meno riuscito, spesso pagato con il «senno del poi», ha maturato e mutato il concetto di «bene», sia come dimensione di consapevolezza che di appartenenza.
Si assiste a interventi isolati e non coordinati, spesso senza la dovuta competenza e correlazione che esiste tra ambiti, condizioni e processi.
La frammentazione amministrativa, logiche imprenditoriali localizzate se non spregiudicate, spesso non trovano una dovuta attenzione dalle amministrazioni locali ignare, latitanti se non complici, più o meno inconsapevoli.
L’area esaminata presenta molteplici aspetti, oggetto di crescente interesse ma non compiutamente e adeguatamente trattati.
La mancanza di una conoscenza consapevole delle criticità pone la infondata concezione di antitesi tra FRUIZIONE- e TUTELA , IMPRENDITORIA e PRESERVAZIONE.
In tempi recenti comunità e singoli indignandosi, soffrendo, rivendicano con forza il proprio senso di appartenenza, culturale e, non di rado, lo fanno coincidere non solo con i beni materiali nei quali si riconoscono, ma anche parlando del patrimonio proprio e dei propri eredi.
Beni culturali come cosa comune.
Il concetto di bene culturale appare, quindi, ormai ampiamente trasversale e, soprattutto, non riservato più soltanto a ciò che è inequivocabilmente monumentale, ma anche a strutture, architetture, sistemi, che con la monumentalità hanno assai meno a che fare e che sono viceversa cifra identitaria dei territori culturali, patrimonio in ragione della loro diffusione sistemica. [Patrimonio e tutela in Italia: A cinquant’anni dall’istituzione della Commissione Franceschini (1964-2014)]

Come ancora l’Europa individua la connessione tra Tutela ed Economia.
Al Parlamento Europeo nel 2018 è stata proposta una Agenda per le Zone Rurali, Montane e Periferiche, i cui punti nodali sono:
Occupazione e crescita economica; Dimensione socioeconomica delle regioni montane; Tutela dell’Ambiente e lotta ai cambiamenti climatici nelle regioni montane; Accessibilità e connettività nelle regioni montane.

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Fig.3

Il Territorio, in quanto valore immateriale, è considerato ‘capitale sociale’ e quindi asse portante della struttura di valorizzazione economica, l’elemento centrale sul quale basare l’intero processo di valorizzazione.
In questo senso è evidente come i progetti siano indirizzati al rilancio dell’immagine e alla promozione degli aspetti caratterizzanti il bene, quale il paesaggio (naturalistico o antropizzato) o i fattori che denotano la storia del rapporto dell’uomo con i luoghi, come i valori culturali, espressioni proprie del territorio.
I Piani-Progetto servono dunque a garantire da un lato la conservazione di quei valori universali del bene culturale e ambientale, e dall’altro la fruizione sostenibile di quegli stessi elementi, che possono essere valorizzati in modo da produrre un ritorno economico per il territorio e la popolazione e, in generale, potenziare la competitività e l’autonomia del sistema territoriale.
E’ fondamentale determinare azioni, contributi su temi riguardanti la tutela, la conservazione, la valorizzazione ela gestione del patrimonio culturale nei suoi aspetti più generali e nei suoi ambiti più specifici, attraverso apporti sia teorici che operativi che affrontino la conoscenza dei beni culturali, ne propongano azioni di conservazione e valorizzazione, ne suggeriscano strategie di gestione, ne consiglino adeguati canali divulgativi, recuperare architetture rurali aventi interesse storico o etnoantropologico quali testimonianze dell’economia rurale tradizionale, attraverso Indagini storiche e letture critiche del territorio per una valorizzazione consapevole del suo patrimonio, Fig.4

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Fig. 4-Rocchetta al Volturno

L’area in esame, inoltre, costituisce l’occasione di creare un sistema integrato, sia sul piano degli aspetti paesistico-naturalistici, sia sotto il profilo strettamente socio-economico che faccia da tramite tra due forti polarità del sistema turistico.
Un territorio in cui si riconoscono i caratteri di omogeneità, di potenzialità particolari e diverse, integrabili in una logica di “filiera”, che comprenda strutture ricettive e servizi complementari, beni culturali ed ambientali, artigianato artistico, produzioni tipiche e da poter recuperare.
Concorrere a concepire il Territorio come Bene è la condizione influente e determinante per conferire uno standard di qualità, di valore aggiunto.
Diviene un brand, se credibile, un elemento riconoscibile e spendibile, sempre più ricercato e apprezzato, nel settore turistico come nell’agro-alimentare.
La posizione preconcetta se non ostile verso l’istituzione di aree protette, in particolare dei PARCHI, è superata proprio nel prospettare queste potenzialità, in molte realtà già risultato conseguito e consolidato.

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Fig.5

Un esempio proponibile e perseguibile è il marchio PAT-Prodotto Agroalimentare Tradizionale, Fig.5.
Utilizzato solo in Italia per contraddistinguere prodotti tradizionali e di nicchia, con una diffusione così ridotta da non concorrere all’assegnazione di DOP e IGP.
È l’unica sigla di qualità che è attribuita dalla Regioni:
l’obiettivo è di valorizzare le specialità locali ottenute con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura tradizionali, in uso da almeno venticinque anni e omogenei in tutto il territorio interessato.
Utilizzato in riferimento e contestualmente ad Aree di Pregio Ambientale diviene una attestazione di qualità.
Un Parco o comunque un contesto salvaguardata, fa, dunque economia, tutelando l’ambiente, come deve tutelare, motore di sviluppo dell’economia.
La traduzione del lungo percorso di sensibilità ambientale viene espresso in diversi impegni istituzionali, con una sempre maggiore attenzione della definizione di significati.

Individuare elementi di valore.
La Geodiversità è la gamma naturale (diversità) delle caratteristiche geologiche (rocce, minerali, fossili), geomorfologiche (forma del terreno, processi fisici), del suolo e, recentemente, (Serrano & Ruiz-Flaño 2007) anche la topografia e gli elementi dell’idrosfera nella diversità della natura abiotica.
La Geodiversità è elevata al rango di paradigma e associata ai concetti di biodiversità, ecodiversità (Santucci 2005; Naveh 2006), ai cambiamenti climatici (Brazier et al. 2012; Brown et al. 2012) e ai paesaggi antropici come scapediversità (Manzi 1999).
Il concetto di Geodiversità implica quello di Geoconservazione (Gray 2004).

La GeoEtica dalle geoscienze a un’etica globale, per un umanesimo ecologico.
«La geoetica nasce e si sviluppa per identificare i valori e i criteri etici che possono guidare la relazione che ci lega alla Terra, attraverso azioni in grado di garantire un equilibrio tra la conservazione dell’abitabilità del pianeta e lo sviluppo economico e sociale delle nostre società, individuando uno spazio operativo sicuro per l’umanità»

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Fig.6

L’intento è il ricorso alla scienza anche fuori dal mondo della ricerca, perché essa si confronti con i più pressanti problemi della società e perché offra alla società stessa i propri servigi, nella consapevolezza del fatto che l’impresa scientifica non può – e non deve – essere neutrale rispetto alle tante questioni di natura etica e sociale che si sollevano intorno ai suoi stessi risultati.
La Sezione di Geoetica e Cultura Geologica della Società Geologica Italiana rappresenta anche la sezione italiana della IAPG – International Association for Promoting Geoethics (http://www.geoethics.org).
La Sezione svolge un ruolo di leadership a livello internazionale nell’ambito delle attività per lo sviluppo e la promozione della Geoetica.

La Biodiversità, diversità biologica, è definita nella Convenzione di Rio del 1992 “variabilità degli organismi viventi di ogni origine, compresi, fra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini e gli altri ecosistemi acquatici, oltre ai sistemi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell’ambito delle specie e tra le specie, insieme a quella degli ecosistemi”.
Inoltre, la Convenzione richiede a tutti i Paesi firmatari un’efficace protezione della biodiversità.

La fruizione del paesaggio determina forma di turismo, più estesamente definito GeoTurismo. Può essere significativamente descritto attraverso il cosiddetto approccio (Dowling 2013), “ABC” comprende le componenti e gli elementi:
Abiotici della geologia e del clima,
Biotici di animali (fauna) e piante (flora),
Culturali o umane, sia passate che presenti .

E’ una forma di turismo che sostiene o migliora il carattere geografico di un luogo il suo ambiente, la cultura, l’estetica, il patrimonio e il benessere dei suoi residenti (Stueve et al. 2002), fino a considerare come parte del Geoturismo anche musei, biblioteche collezioni di archivi produzioni artistiche, tra cui storia sociale e archeologia industriale (Hose 2008).

Corretta Interpretazione
Permane ancora, purtroppo, un atteggiamento avverso e una non compiuta conoscenza delle peculiarità delle aree protette, ma va ribadito come all’interno della Rete Natura 2000, le attività umane non sono vietate, ma devono essere compatibili con gli obbiettivi di conservazione di habitat e specie.
Fruibilità del territorio, tuttavia, è un concetto molto soggettivo e un esempio è dato dalla Fig.7

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Fig.7

Azione di scoticamento dello spessore pedogenetico. Incisioni profonde che condizionano il deflusso delle acque superficiali divenendo concentrato e conseguente attivazione di fenomeni erosivi.

Direttive
L’Unione europea ha fatto propri i principi degli accordi internazionali, principalmente attraverso tre strumenti legali.
Il primo è rappresentato dalla direttiva “Uccelli”(1979) che pone sotto la propria protezione “tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri”.
Per la realizzazione di tale obbiettivo, impone la creazione di zone di protezione speciale (ZPS) in tutti gli Stati membri.
Il secondo corrisponde alla direttiva “Habitat” (1992), che tutela un numero piuttosto elevato di habitat e di specie ad eccezione degli uccelli, protetti dall’apposita direttiva.
Anche questa direttiva, esige la creazione di aree di tutela, i siti di interesse comunitario (SIC).
Le ZPS ed i SIC formano un insieme di Aree Protette ai sensi della legislazione europea che prende il nome di Rete Natura 2000, la quale conta oltre 28.000 siti e copre il 18 % del territorio dell’Unione.

Elenco Aree Protette nella zona in studio

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TAB1.2.png B - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

TAB 1.2 C - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

TAB 1.2 D - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

TAB 1.2 F - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

TAB 1.2 E - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Nonostante l’individuazione di Aree Protette, l’area presenta molti elementi di detrazione eredità di un uso del territorio improprio.

TAB 1.2 G - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Il Decreto152/2006 non fornisce una esplicita definizione di ambiente, ma questa può essere desunta dalla definizione di “impatto ambientale”.
•All’art.5,comma1,lettera c,
“l’alterazione qualitativa e/o quantitativa, diretta ed indiretta, a breve e a lungo termine, permanente e temporanea, singola e cumulativa, positiva e negativa dell’ambiente, inteso come sistema di relazioni fra i fattori antropici, naturalistici, chimico-fisici, climatici, paesaggistici, architettonici, culturali, agricoli ed economici.
Una ulteriore norma è la Direttiva quadro sulle Acque (2000), la quale, tra gli altri obbiettivi, richiede che i corpi idrici siano gestiti a livello di distretto idrografico, che essi siano monitorati da un punto di vista biologico e che gli ecosistemi delle acque superficiali europee siano mantenuti in un “buono stato ecologico”.
Questi provvedimenti europei sono corredati dalle norme sulle:
valutazioni ambientali [valutazione d’impatto ambientale VIA], recepita 152/2006 studio preventivo di valutazione dei progetti e delle singole opere, come obiettivo la valutazione degli effetti dei progetti sulla salute umana e sulle componenti dell’ambiente antropico e naturale;
valutazione d’incidenza [ VIncA], è un particolare tipo di analisi obbligatoria per valutare tutte quelle opere, progetti o azioni che possono incidere, direttamente o indirettamente, su un Sito di Interesse Comunitario (SIC) o su una Zona di Protezione Speciale (ZPS), che fanno parte della Rete Natura 2000. E’ prevista dalle Direttive 79/409 (“Direttiva Uccelli”) e dalla Direttiva 92/43 (“Direttiva Habitat”);
valutazione ambientale strategica [VAS] studio preventivo ha lo scopo di valutare gli effetti di piani e programmi, sull’ambiente al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile e garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente

La Commissione Europea ha varato, inoltre, una nuova Strategia per la biodiversità.
Entro il 2030, prevede di estendere le aree protette al 30% del territorio, del quale almeno un terzo da difendere con norme di tutela ancora più rigorose rispetto a quelle attualmente vigenti.
Quest’ultima intenzione, che necessiterà di nuovi interventi legislativi da parte della Commissione europea, è giustificata dal fatto che la biodiversità europea, ha continuato a diminuire.
Nella sua Strategia 2030, propone degli obbiettivi di restauro di ecosistemi degradati sia per ridare a specie ed habitat il loro spazio vitale perduto, sia ripristinare le funzioni dei servizi ecosistemici,
auspica in dieci anni il ripristino lungo 25.000 km della continuità fluviale, frammentata da innumerevoli barriere.

Conflitti e reciprocità
Per ottenere risultati duraturi occorre anticipare e gestire in modo efficace e partecipativo i possibili conflitti che possono insorgere tra protezione della natura e alcune attività umane.
Il caso del ritorno dei grandi predatori è a questo rispetto emblematico.fig.8

8 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.8

Come alcuni studiosi fanno rilevare, eventuali difficoltà o un fallimento nella convivenza tra le attività umane e i grandi predatori non deve essere certo addebitato alle comunità rurali, specialmente delle zone montane, quanto piuttosto “all’insieme della società che NON mette a disposizione i mezzi (umani, materiali, legislativi) di assumere questa reciprocità”.
In realtà, i progressi tecnici sarebbero in grado di permettere, secondo ogni logica, una coabitazione più agevole rispetto ad alcune centinaia di anni fa .
Pertanto, i continui ed insistenti richiami a sbrigative campagne di abbattimenti, prima di avere messo in atto tutte le misure che una società moderna e le conoscenze scientifiche mettono a disposizione, appaiono anacronistici e rozzi, rimandando ai sistemi adottati nel Medioevo e fino al XIX secolo, quando le comunità rurali disponevano solo di tecnologie rudimentali.
Un esempio il rapporto con il LUPO, fig.9.
9 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.9

Il lupo (Canis lupus L.1758) è un mammifero predatore adattato a predare animali selvatici, appartenente all’ordine dei carnivori, famiglia dei Canidi. Esistono altre 6 specie selvatiche appartenenti al genere Canis,
il coyote (C. latrans),
lo sciacallo dorato (C. aureus),
lo sciacallo
della gualdrappa (C. mesomelas),
lo sciacallo striato (C. adustus),
lo sciacallo del Simien o lupo
abissino (C. simensis) e
il lupo rosso (C. rufus).

Il lupo (Canis lupus) è un animale altamente adattabile che si distribuisce in ecosistemi anche estremamente diversi tra di loro,dalla tundra Artica al deserto Arabico. La sua particolare etologia implica, tuttavia, che la persistenza delle popolazioni in un dato luogo sia legata ad un’ampia disponibilità di risorse trofiche e spaziali.
Esistono delle barriere (antropogeniche o anche costituite da tratti fisiografici permanenti) che comportano la frammentazione dell’habitat del lupo e che possono limitare la dispersione degli individui e il flusso genetico.
Ad esempio il lupo non si espande nel paesaggio agricolo, nel 1973 rimanevano circa 100 individui, Isolati nell’Appennino centrale (Canis lupus italicus), in una superficie di 8.500 km2 (Boitani, 1984).
Il lupo italiano rappresenta quindi una popolazione ridotta e frammentata che può andare incontro a due importanti problemi per la sua conservazione:
perdita di diversità genetica e conseguente infertilità ibridazione con il cane domestico (Canis lupus familiaris)
Lupi e cani sono tra loro interfecondi, sono cioè capaci di incrociarsi generando prole ibrida feconda.
i fattori che limitano la distribuzione attuale del lupo sono fondamentalmente:
la persecuzione umana, la disponibilità di prede e la presenza di habitat naturali integri (soprattutto quelli con estesa copertura vegetale che permette ai lupi di nascondersi e sfuggire alla persecuzione umana).

I dati disponibili sull’alimentazione indicano che laddove le condizioni ambientali lo consentano, il lupo tende ad assumere il ruolo di predatore specializzato nella cattura di grandi erbivori selvatici in modo relativamente indipendente dalla disponibilità di fonti alternative, quali ad esempio la piccola selvaggina, i micromammiferi, il bestiame domestico o alimenti di origine vegetale, che in altre aree risultano più o meno utilizzate a integrazione della fonte principale.
Un altro elemento che emerge chiaramente dall’esame dei dati è la relativa facilità con cui il lupo, in funzione delle condizioni stagionali e/o ambientali, può spostare la pressione predatoria da una specie all’altra; ciò vale in particolare per il cinghiale, il capriolo e il daino, probabilmente in misura minore per il cervo.
In definitiva i dati raccolti sembrano indicare che il cinghiale e il capriolo, laddove sufficientemente abbondanti, sono perfettamente in grado di sostenere lungo tutto l’arco dell’anno le necessità alimentari del lupo, indipendentemente dalla presenza di altre fonti alimentari.
In questo senso, considerando la diffusione e, in molte aree, la tendenza all’aumento di queste due specie, è facile ipotizzare che nei territori montani di diverse regioni appenniniche e in parte di quelle alpine, esistano potenzialità per l’espansione del lupo.

10 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.10

Come riconoscere la predazione

LUPO: un unico potente morso al collo , evidenti i fori lasciati alla gola, fig.11
11 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.11

12 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Volpe e Cane:Foto. 12

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Orso:Foto.13

La risposta è nell’orientamento evolutivo del Club Alpino e delle sue politiche ambientali, orientamento che non si limita a considerare la montagna come un’entità fisica le cui caratteristiche naturali si prestano alla pratica turistica dell’alpinismo in senso generale, bensì un territorio complesso in cui l’antropizzazione ha determinato la presenza di realtà sociali, economiche e culturali imprescindibili in una corretta valutazione degli effetti di qualunque attività su di essa si svolga.
Nelle nostre società, apparentemente incentrate su uno sviluppo urbano, industriale e del settore terziario, si tende a perdere di vista il legame con gli elementi naturali e cioè il senso di appartenenza ad un sistema socio-ecologico in cui tutti i singoli elementi–individui, specie, ecosistemi- interagiscono e coevolvono, contribuendo all’equilibrio generale planetario e alla sua resilienza.

Per le aree di montagna hanno una grande rilevanza per le popolazioni che vi risiedono i Servizi Ecosistemici, serie di servizi che i sistemi naturali generano a favore dell’uomo.
Possono essere definiti come le caratteristiche, funzioni e processi ecologici “utilizzati direttamente o indirettamente dalla specie umana per il proprio benessere”che permettono lo sviluppo di attività economiche, sociali e culturali.
Tale concetto implica che la specie umana agisce in modo interdipendente rispetto ai sistemi ecologici ed è perciò parte integrante della biosfera e dei suoi meccanismi di regolazione.
Questi servizi estendono i loro benefici anche alle regioni situate a valle e in pianura, attraverso:
il sequestro dell’anidride carbonica all’interno della biomassa, soprattutto di quella forestale;
la regolazione dell’umidità dell’aria;
del deflusso idrico e della qualità delle acque;
possibilità, inoltre, di effettuare attività turistiche e ricreative in rapporto con la natura .

Si ricorda come, le montagne del Mondo forniscono il 60-80% delle acque dolci disponibili.
Il Millennium Ecosystems Assessment [2005] ha catalogato i Servizi Ecosistemici in quattro categorie:
“regolazione” (es.: clima, acqua, biodiversità),
“supporto” (es.: formazione dei suoli, stabilità dei versanti),
“fornitura” (es.: produzione agricola, del legno e della pesca),
“cultura” (es.: identità, arte, benessere, cultura)

Una concezione nuova dell’ambiente in cui si vive è sottolineata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che riconosce “i benefici delle interazioni con la natura per la salute dei bambini” e il positivo apporto della biodiversità alla “salute psicologica, cognitiva e psicofisica” dei pazienti.

La proposta di Green Deal Europeo è in linea con obbiettivi di tutela e preservazione, accrescendo il valore del Bene Ambientale ponendo strategie per “Ripristinare gli ecosistemi e la diversità” (maggio 2020).
I Principali obiettivi 2030:
•Proteggere 30% del territorio UE (oggi circa 26%, Italia 22%)
e dei mari europei (UE 19%)
•Proteggere in modo “rigoroso” almeno il 10% del territorio
e dei mari (oggi UE 3% e 1% rispettivamente), tra cui foreste primarie, torbiere, pascoli, zone umide, praterie oceaniche
•“Liberare” da barriere lo scorrimento di 25.000 km di fiumi (continuità e pianure alluvionali)
•Ripristinare gli ecosistemi degradati (p.es. zone umide)
•Agricoltura biologica: raggiungere il 25% dell’area coltivabile (oggi UE 8%, Italia 15%)
•Ridurre l’uso di antiparassitari (-50%) e fertilizzanti (-20%)
•Piantare 3 miliardi di alberi e rinverdire zone urbane

Diviene indispensabile incentivare sì interventi sul territorio in nome e per conto di un Patto Verde, ma soprattutto attenzionare , distinguere da proposte fondamentalmente speculative.

Il NON detto, Il NON fatto, Il NON compreso
Direttive europee e montagna: ostacolo o vantaggio? Apparenti “vincoli” e freno alle attività economiche?
In realtà, i Siti Natura 2000 permettono tutte le attività che rispettano gli obbiettivi dei Siti.
Le direttive “Habitat” e “Uccelli” propongono, quindi, di riflettere su un tipo di sviluppo differente, in armonia con la natura. In Italia, questo invito non è stato colto in molti casi.
Lo status Natura 2000 può accendere i riflettori su località prima considerate “marginali” , se debitamente messe in evidenza.
I vincoli per le popolazioni e le attività di solito non sono compensati in Italia ciò nonostante, sono previsti fondi europei per gli agricoltori in aree Natura 2000, ma sono poco usati

Il CAI, e in maniera precipua, attraverso gli Operatori TAM
è osservatore privilegiato sulle iniziative connesse al territorio mediante azioni propedeutiche e continue:
 Sviluppare e diffondere le conoscenze (legislazione, habitat, specie, obbiettivi, scienza del cittadino, etc.);
 Frequentare i Siti e tenersi informati su attività e iniziative;
 Informare su eventuali minacce/danni ambientali;
 Conoscere le esigenze delle popolazioni locali (senza il loro favore, la protezione diviene difficile o impossibile);
 Conoscere e, se possibile, anticipare lo sviluppo di conflitti.

L’area di trattazione si presenta attrattiva per la conservazione di un patrimonio di biodiversità pressochè intatto, cui si conferisce valore scenico ma anche di qualità della vita.

14 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.14- di G.Staffieri

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Foto.15 di G.Staffieri

16 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Foto.16 di G.Staffieri

17 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.17 di G.Staffieri

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Foto.18 di G.Staffieri

19 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.19 di G.Staffieri

20 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.20 di G.Staffieri

21 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.21 di G.Staffieri

22 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.22 di G.Staffieri

23 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Foto.23 di G.Staffieri

 

24 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Foto.24 di G.Staffieri

 

25 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.25 di G.Staffieri

26 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Foto.26 di G.Staffieri

 

27 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.27

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Foto.28 di G.Staffieri

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Foto.29 di G.Staffieri

30 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.30 di G.Staffieri

31 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Foto.31 di G.Staffieri

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Foto.32 di G.Staffieri

 

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Foto.33 di G.Staffieri

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Foto.34 di G.Staffieri

 

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Foto.35 di G.Staffieri

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Foto.36 di G.Staffieri

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Foto.37 di G.Staffieri

39 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Foto.38 di G.Staffieri

 

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Foto.39 – Cercis siliquastrum, comunemente detta albero di Giuda, localmente -Mella –

 

 

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Foto.40

Gentiana lutea comunemente detta genziana. È una pianta vivace con grossa radice ramosa, fusto eretto semplice alto oltre 1 m.; foglie basali ovali, ellittiche acute disposte a rosetta e picciolate radice (radix Gentianae) lunga fino a m. 1,20, cespitosa, bruna esternamente e con striature longitudinali e trasversali e di creste trasversali, internamente rosso-bruni, di odore grato caratteristico e di sapore amarissimo ma gradevole. Contiene il glucoside amaro genziopicrina,
rimedio conosciuto da tempi antichi.

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Foto.42

Chenopodium bonus-henricus, Comunemente detto aglio orsino
È una piantina officinale spontanea commestibile ricca di numerose proprietà come quella di abbassare il tasso del colesterolo, di antibiotico ed anti micotico, e di purificare il sangue. Inoltre contiene in buona quantità vitamine e minerali, per questo gli orsi, da cui deriva il nome, ne fanno incetta al risveglio dal letargo.

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Foto.43

Chenopodium bonus-henricus comunemente detto Orapi spinacio di montagna
Cresce prevalentemente nel cuore dell’Appennino Centrale, tra Lazio, Abruzzo e Molise ad un’altitudine che va dai 1.200 ai 2.000 metri s.l.m.
in zone dove pascolano le pecore, le quali concimano il terreno rendendolo ricco di azoto e nitrati, ben ospitale per la spontanea crescita di questa verdure dal sapore deciso e robusto. Grazie all’elevato contenuto di sali minerali (come iodio, zinco, potassio, rame, sodio, calcio e fosforo), di vitamine (come B1, B12 e C) e di altre preziose sostanze quali carotene, betacarotene, clorofilla e mucillagini, gli orapi vantano notevoli effetti benefici per su diversi organi, apparati e funzioni (dal tono muscolare all’equilibrio intestinale, dal pancreas al sistema cardiocircolatorio).

PAESAGGI di GeoDiversità
Nell’area sono riconosciuti ufficialmente Aree SIC-sito di interesse comunitario o sito di importanza comunitaria, concetto definito dalla direttiva comunitaria n. 43 del 21 maggio 1992, (92/43/CEE)
Monte S. Paolo – Monte La Falconara-Forra di Rio Chiaro-Fiume Volturno dalle sorgenti al Fiume Cavaliere-Valle Porcina – T. Vandra – Cesarata

Diffusi sono gli elementi geomorfologici connessi al Carsimo, fig.44, quali le doline.

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Fig.44

In contesti montani costituisco luoghi di raccolta d’acqua, fig.45-46-
Il ristagno di acqua in una dolina è il risultato di un equilibrio di condizioni particolari, di estrema vulnerabilità, dovuto cioè a un deposito di materiale colluviale, limo-argilloso, poco permeabile sul fondo della depressione e, in particolare, alla sommità di un inghiottitoio, occludendolo.

L’inghiottitoio, che si sviluppa in profondità, all’interno dell’ammasso roccioso, costituisce punto di infiltrazione e dispersione delle acque di deflusso superficiale e, nell’eventualità, di totale perdita con effetto di aridità in superficie.

45 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Foto.45

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Foto.46 di G.Staffieri

 

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Foto 47

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Foto 48

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Fig.49 – Circhi Glaciali e Valli Glaciali evidenze morfologiche di straordinaria conservazione dalla tipica forma a U

L’area ha la straordinaria testimonianza della costruzioni un acquedotto di epoca romana, augustea, Fig.50.
Attingendo alle sorgenti del F.Volturno, percorre il territorio con tratti intatti di cunicoli, Fig.51-52, ponti, fig.53, cisterne, cippi, regolamenti come la straordinaria Tavola Aquaria, Fig.54, presso Museo di venafro.
Un uso tecnico proveniente dal passato che si unisce a mulini, ruote idrauliche, cascate, torrenti.
Elementi di particolare valore, la cui conoscenza diviene tutela e promozione.

50 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.50

51 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.51

 

52 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.52

53 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.53

 

54 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.54

L’editto si articola in 69 righe divise in 4 titoli.
Il primo riguarda la donazione dell’acquedotto alla città di Venafro da parte di Augusto.
Il secondo illustra la costruzione e la manutenzione dell’opera ed i rapporti tra i coloni privati e l’uso dell’acquedotto.
Il terzo riguarda la gestione dell’acquedotto affidata a magistrati locali (duumviri).
Il quarto stabilisce le sanzioni per i comportamenti contrari e le procedure da seguirsi davanti al pretore peregrino.
Fissa un criterio generale che interessa l’intero tratto dell’acquedotto stabilendo che su due fasce di terreno, da una parte e dall’altra del condotto, ognuna larga otto piedi, sia vietato al proprietario del fondo sul quale passa l’acquedotto di costruire qualsiasi tipo di edificio e sia vietato piantare qualsiasi tipo di albero. Su tali strisce è consentito (e il proprietario non può impedirlo) il transito pedonale a tutti coloro che debbano occuparsi della manutenzione del canale.

GeoSito – Sorgenti di Capo Volturno -Fig.55
sgorgano al piede del versante orientale di M. Rocchetta a circa 548 m s.l.m. dove formano un piccolo laghetto, oggi recintato, ed hanno una portata complessiva di
circa 6,6 m3/s.

55 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.55

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Cascata del f.Volturno Fig.56

 

56 BIS - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

I Depositi di Travertino, connessi alla sorgente del f.Volturno, sono stati indicati quale GeoSito, età di formazione 75.000 anni b.p. Affioramento Rocchetta a Volturno, il cui ricalco delle strutture vegetali conferisce l’attributo di bibliolitico.

Fiume Volturno, barra centrale e laterale , sullo sfondo , a sinistra, l’abitato di Montaquila. Vista da sud verso nord. Fig.57

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58 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Rio Chiaro alveo Area SIC, affluente in desta idrografica f. Volturno Fig.58

59 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

59 BIS - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.59

 

60 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.60

 

61 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig-61-Leopoldo Pilla [1805-1848]

L’origine della formazione di depositi di travertino, indicato come calcare lacustre, “non per anco da alcuno descritta” e della piana alluvionale di questa area, proprio dalle sorgenti del f. Volturno fino al tratto di Roccaravindola, fig. 57, fu interesse dell’insigne geologo di Venafro, Leopoldo Pilla, docente universitario presso la Facoltà di Pisa, illustrata in una pubblicazione degli Annali Civili del 1833, fascicolo IV, pag.107.
Le dettagliate osservazioni di tipo stratigrafico-deposizionale sui depositi dell’area che confermano studi approfonditi e accurati, lasciano il passo a interpretazioni delle teorie catastrofiste e fissiste dell’epoca.
Lo spessore della placca dei depositi travertinosi è interpretato come determinato da un lago profondo poi scomparso per uno svuotamento rovinoso che determinò i depositi alluvionali della piana più a valle, in effetti terrazzi connessi a fasi di uplift neotettonico e conseguente incisione del reticolo idrografico.

 

SENTIERO TEMATICO percorsi in fibra

Interesse nell’ambito dei saperi di tradizione locale e la ricostruzione di conoscenze e pratiche antiche, quali la coltivazone trattamento di piante ad uso tessile.

Lein be 005 kaur - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.61 -Linum usitatissimum (foto fonte web)

Lino comune, una specie annuale coltivata per la produzione della fibra tessile e per la produzione di semi.
Pianta diffusa e coltivata lungo il fiume Volturno

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Fig.62-salix viminalis

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Fig.63-phragmites australis

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Fig.64-Spartium jumceum

PAESAGGI di Ruralità
Diffusissime sono nell’area costruzioni in pietra che testimoniano passati di vita. E’ stato definito, difatti, il Parco della Pietra nel Comune di Filignano.

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Fig. 65- Muri a pietra

66 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.66 – tholos, ricoveri per pastori

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Fig.67- cisterna

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Fig.68- abbeveratoio

69 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.69- una delle molte Edicole Votive

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Fig.70- Madonna del Morzone

 

71 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.71-Torre di Mennella

 

72 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.72-Aia

 

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Fig.73-74, Mulino ad acqua, interno ed esterno

SENTIERO TEMATICO Passi e Passaggi
In una realtà si possono individuare beni immateriali, quali significati, saperi e umane vicende da sottrarre all’oblio del tempo, quasi a tracciare e congiungere percorsi attraverso il tempo e il territorio.
Il Fiume Volturno, in questo tratto dell’Appennino, ha rappresentato l’apertura naturale tra i rilievi ma anche un limite tra le due sponde, da superare, da vivere.
In agro di Montaquila, l’impetuoso f.Volturno, aveva un punto di facile attraversamento, fig. 75, mediante una zattera e per questo detto appunto scafa.

75 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

 

Fig.75- tratto di attraversamento

Il passaggio fu utilizzato da Carlo di Borbone nell’aprile del 1744 con il proprio esercito per organizzare le difese del limite settentrionale del Regno, giungere a Fornelli seguendo l’antico percorso, fig.76.

76 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

 

Fig.76- Percorso antico per attraversamento del f.Volturno, dettaglio fig. 1.

Una testimonianza scritta dell’abate Galiani, permette anche di ritrovare il nome della taverna nella quale si fermò la corte di Carlo di Borbone in attesa di poter passare il fiume:
Aprile 1744, a di 1°, mercoledì santo.
– Si partì la mattina da Venafro, e si giunse la sera ai Fornelli. Avendo S. M. rinfrescato all’ Osteria dei Rotondi, fig.77 elle è nel luogo dove si passa la scafa del Volturno, piovette tutta la giornata; per lo che il fiume Volturno era in mediocre piena. Dal re e da pochi altri si passò il menzionato fiume sopra la scafa, ma da tutti gli altri del numeroso seguito si passò a guazzo; da alcuni in galesse, da altri a cavallo, e da alcuni anche a piedi: il che non fu senza pericolo, per l’impeto con cui le acque correvano. Bagnati e malconci, giugnemmo la sera ai Fornelli, dove, per l’angustia degli alloggi, quasi tutti stettero assai male ed a me toccò di alloggiare in casa di un povero villano.

77 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.77-Osteria dei Rotundi

Il sito è di particolare rilievo storico: presente ancora un basolato stradale, fig.78 di epoca carolingia verso il fiume Volturno e il prospiciente casolare, Casino d’Eboli, fig.79, il cui attraversamento mediante zattere , barche, ponte di barche era oggetto di pedaggio fino a tempi recenti come riportato su pandetta litica del 1707, fig.80, [ conservata presso Municipio di Montaquila];

 

78 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.78

 

79 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.79

80 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.80

Un altro percorso che interessa l’area è la cosiddetta, anche se impropriamente, “Francigena del Sud” se la si considera l’ideale prosecuzione della via che collega il nord Europa con Roma. Fig.81
E’ la Via Micaelica o Via dell’Angelo, la Via che collegava Roma con Monte S.Angelo, ove si trova l’antichissimo santuario ipogeo di San Michele, fig. 82 , per la quale sono possibili due traccciati, fig.83 e fig.84

81 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.81

82 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.82

83 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.83

84 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.84

Il borgo di Roccaravindola, comune di Montaquila, conserva preziosi reperti collegati al culto micaelico, quale la chiesa dedicata a S.Michele, non posteriore al IX – X secolo, fig. 85.

85 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.85

Posto al lato del portale di S. Michele un reperto romano, Fig.86, di cui si ignora sia il luogo di originaria collocazione, presente evidente mutamento di attribuzione iconografica da parte di chi promosse l’operazione di sistemazione della chiesa, assunta come l’immagine evocatrice di un arcangelo, esplicitamente riportato alla Chiesa Nuova, fig.87.

86 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.86

 

87 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig. 87

Gli affreschi raffigurano, inoltre, un altro elemento che aggiunge un altro valore di interesse, vale a dire una delle più antiche rappresentazioni del –pastore zampognaro-, fig. 88.
Sulla parete di sinistra si sviluppa in uno scenario di ampio respiro la scena dell’apparizione degli angeli ai pastori.
In questo caso è evidente il riferimento ad una realtà pastorale tipica del territorio vulturnense per la presenza di uno zampognaro in atto di suonare il suo strumento musicale.

88 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig. 88.

L’area difatti vede una antica tradizione della fabbricazione di zampogne, testimoniato dal Museo Internazionale della Zampogna a Scapoli, Fig.89.

89 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.89

Le testimonianze del culto di riconferma con l’Eremo di San Miche a Foce, di Castel San Vincenzo, Fig.90.

90 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.90

Di assoluto pregio, a livello europeo, gli affreschi della cripta dell’Abbazia di Castel San Vincenzo, ispirati alla figura degli Arcangeli, fig. 91-92 venuti alla luce da scavi archeologici degli anni ’80, fig.93.

91 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.91

 

92 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.92

93 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.93

Un interessante sentiero tematico è offerto da Percorsi di Emozioni ispirati ad artisti, in particolare, Maurits Cornelis Escher [1898-1972] e Charles Moulin [1869-1960], che hanno trovato ispirazione in questo territorio.

M. C. Escher [1898-1972]
Fra il 1928 e il 1935 , a dorso d’asino si aggirava per l’Abruzzo e Molise, vagava di paesino in paesino, si fermava, creava opere d’arte e ripartiva.

«Mi sono abituato a fare questo tipo di viaggi ogni primavera, mi restituiscono vigore nel corpo e nell’anima e poi raccolgo del materiale per i mesi successivi. Non conosco altra gioia che vagabondare per le colline e attraverso le valli, da paese a paese, sentire gli effetti della natura incontaminata».

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Fig.93

 

94 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.94

95 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.95- Veduta di Cerro al Volturno, 1929

 

96 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.96 Veduta attuale

 

97 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.97- Archi Castel San Vincenzo, 1929

98 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.98 Veduta attuale

Charles Lucien Moulin [1869-1960]

Nasce a Lille, in Francia, il 6 gennaio 1869.
Nel 1896, anno in cui vince il Prix de Rome, la celebre borsa di studio dell’Accademia di Francia, soggiorna ad Anticoli Corrado (Roma).
Nel 1911 si reca a Castelnuovo al Volturno con l’intenzione di fermarsi alcuni giorni, dopo il 1919 si trasferisce definitivamente in Molise.
Moulin conduce in Molise un’esistenza singolare, vivendo per lunghi periodi dell’anno sulla cima del Monte Marrone in un eremo costruito da lui stesso,fig.90, volontariamente isolato, ma a completo contatto con la natura, fonte per la propria ispirazione, in una continua e strenua ricerca tecnica per la più rispondente restituzione degli effetti della luce in natura.
Muore presso Isernia il 21 marzo del 1960, sepolto a Castelnuovo al Volturno, il centro abitato lo ricorda, fig.91-92 e istituisce nel 2015 un Museo per le sue opere.

99 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.99

 

100 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.100

 

101 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.101-Autoritratto

102 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig102 Monte Morrone

103 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.103

104 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.104

105 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.105

106 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.106

107 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.107

108 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.108

109 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.109

 

Sentieri Tematici: A spasso con le «paesane»

110 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.110

Le Cultivar di olivo “Paesana Bianca” e “Paesana Nera” sono tipiche dell’area in studio, oggetto di recupero e preservazione.

111 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.111 pietre per la molitura, ancora conservati.

112 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.112

Sentieri di Umane Vicende sui passi dei Briganti
Molti furono i briganti organizzati in bande che tra il 1860 e 1870 agirono in queste terre, comprese tra il Cassinate e il Matese con i reciproci gesti di prevaricazione senza risparmiare donne e bambini.
Rievocazione l’eccidio di Contrada Mennella, Filignano ad opera del brigante Domenico Fuoco

113 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.113

114 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.114 Abitazione in cui avvenne l’uccisione degli ostaggi

Sentiero Tematico- linee ed echi
Tristemente, i confini di quest’area sono stati sede dell’ampio fronte della Linea GUSTAV [linea invernale] della Seconda Guerra Mondiale

115 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.115

116 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.116

Fig. 117 monumento costituito da 20 grossi cubi di pietra a simboleggiare le 20 regioni italiane, ai piedi di Monte Marrone sormontata da una grossa croce in ferro.

117 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.117

Il Monumento fu voluto e realizzato dai reduci del battaglione Piemonte che ogni anno si recano in pellegrinaggio per ricordare l’eroica operazione di conquista della cima del Monte Marrone, posto a sinistra sullo sfondo, che nella primavera del 1944 fu sottratta ai tedeschi per dare alle truppe alleate la possibilità di controllare l’intera Valle del Volturno e proseguire l’avanzata verso la linea Gustav così da continuare la liberazione dell’Italia insieme alle truppe che si stavano ricostituendo.

118 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig. 118 Monumento all’eccidio

Iscrizione sulla lapide, una dedica di commemorazione:
“Il 28 dicembre 1943 truppe tedesche trucidarono 38 inermi cittadini di Cardito e quattro militari del dissolto Esercito Italiano. Erano rei di essersi prodigati, con eccezionale senso di abnegazione e carità cristiana, per alleviare le altrui sofferenze, comprese quelle dei loro carnefici, e avevano dato soccorso a quanti si trovavano in stato di bisogno nella furia della battaglia che la guerra aveva portato su questi monti.
Il loro sacrificio ha radici nel patrimonio culturale comune della nostra gente e rende sacro il luogo che state visitando.
Vi chiediamo cortesemente di averne rispetto”.

Sentiero Tematico montani atque agrestes

Straordinaria è la storia di questa popolazione di origine Osca, i Sanniti, e così definiti da Tito Livio, attiva e presente a presidio di un territorio sui sentieri della transumanza e, inevitabilmente, di tutto il Molise.
A ridosso del F.Volturno, nell’area trattata, sono conservati resti delle loro inconfondibili costruzioni, mura poligonali a segnare il limite occidentale del loro territorio.
Evidenti le notevoli potenzialità di impostare collegamenti locali e transregionali.

119 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania

Fig.119

 

120 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.120-Monte San Paolo tra Montaquila a sud e Colli al Volturno, a nord

121 - CAI Tutela Ambiente Montano Campania
Fig.121

A Monte San Paolo si trovano le vestigia di un insediamento d’epoca sannita costituite dai resti di una poderosa cinta muraria e di una struttura adibita al culto.
Ciò non esclude una frequentazione del sito in età precedente (al 293 a. C. , n. d. r.);
il complesso di Monte San Paolo era collocato infatti in un punto di snodo importantissimo sia per i traffici commerciali che per i contatti con le altre tribù sannite collocate al di là della catena delle Mainarde.
Oltre ai resti della poderosa fortificazione è stato riportato alla luce in località Monte Tuoro un complesso identificato come luogo di culto per il materiale votivo rinvenuto, databile tra III-II secolo a. C.; lungo il pendio e nella zona limitrofa affiorano resti di materiale e strutture murarie riferibili ad un probabile abitato.

A conclusione di questa rassegna di specificità l’ Operatore TAM, in qualsiasi ambito di azione, insegnante, tecnico, rappresentante istituzionale, cittadino, grazie a una visione degli elementi e delle potenzialità, può quindi delineare le fasi di un processo verso obiettivi definiti.
Considerare le condizioni, distinguere potenzialità e criticità, apprezzare le motivazioni, suggerire soluzioni, strategie, progettualità.

Che cosa è una Strategia di Area Progetto
Mediante linee guida di riferimento, ci si può ispirare a modelli, quale la Strategia di Area Progetto per le Aree Interne [DPS, documento programmatico sicurezza, nov 2014]:
• Assumere una visione di medio (3-5 anni) e lungo periodo (15-20 anni);
• Assumere schema logico rispondendo a domande:
Quali condizioni iniziali e quali attori dell’area?
Quali le tendenze in atto, in assenza di intervento?
Quali lo scenario desiderato ed i risultati attesti?
Quali sono i punti di innesco del cambiamento?
Quali le azioni per realizzare il cambiamento?
• Individuare bisogni e risorse già disponibili (non potenziali)
• individuare “filiere cognitive” del territorio,
correlando interventi di sviluppo a interventi sul sistema dei servizi essenziali
• Fare leva sulle “forze vive”, interne ed esterne al territorio.

Favorire Filiere Cognitive.

E’ una concezione delineata nell’ambito di strategie per l’innovazione che ben si concilia con l’azione dell’ Operatore TAM come missione trasversale e fondante.
Per filiera cognitiva si intende un processo in cui la conoscenza si trasforma e passa da una fase all’altra.
L’innovazione nasce dalla capacità di acquisire conoscenze a monte, fatte da altri, e dalla capacità di usarle a valle.
In questa serie di passaggi, certo, l’innovazione rappresenta una fase importante, perché “applicando le vecchie conoscenze” quando si innova si mettono anche le premesse per produrre nuova conoscenza, sempre che l’applicazione implichi qualche atto creativo.

Gemellaggio/Intersezionali

Possono intendersi strategia di azione volte a promuovere il territorio e la valorizzazione delle risorse endogene ai territori, per sostenere le attività e l’indotto legati al turismo sostenibile in aree prettamente rurali e di pregio ambientale.
Il Gemellaggio / Intersezionali permettono di innescare un meccanismo win-win, vincente-vincente, oppure io vinco-tu vinci, che indica la presenza di soli vincitori in una data situazione.
Per estensione si considera win-win una qualsiasi cosa che non scontenti o danneggi alcuno dei soggetti coinvolti, verso il miglioramento continuo delle reti di conoscenza e delle buone prassi per la valorizzazione turistica dei comuni piccoli.

Reti
Agire per Reti pone azioni associate per il policentrismo e il superamento del comunitarismo chiuso, significa COLTIVARE una VISIONE, garantire fattibilità e attuazione superando esiguità di risorse, puntando alla specializzazione dei nodi nella rete nell’integrazione territoriale.

Rigenerazione urbana
Esteso a borghi, insediamenti, l’approccio porrebbe l’obiettivo di garantire la permanenza, Il ripristino Il rinnovamento delle condizioni di vitalità e sostenibilità socio economica, culturale ed ambientale, di qualità urbanistica funzionale e prestazionale.
In particolare in termini di dotazione di attrezzature, servizi risparmio energetico e sicurezza della vulnerabilità del territorio.

PopUp Lab
è un laboratorio di sperimentazione di nuove pratiche che lancia una sfida allo svuotamento dei centri urbani.
Il Comune ed i privati mettono a disposizione gli spazi, idee e la volontà di tradurle in realtà.

Per Ecovillaggio
si può intendere comunità estese, insediate che conducono una vita comunitaria fondata principalmente a fare propri i principi ispiratori della sostenibilità ambientale, dell’autosufficienza alimentare (per quanto possibile) e la riduzione dell’impronta ecologica.
Sono perseguite pratiche di permacultura per il rafforzamento della diversità del paesaggio, la sua integrità, la sua resilienza.
A tal riguardo si organizzano corsi e seminari di formazione e sperimentazione ed altre forme di agricoltura biologica, l’autosufficienza alimentare, il ricorso a fonti energetiche alternative.
Gli ecovillaggi si strutturano dalle semplici comunità, articolati e solitamente aperti al resto della collettività al fine di promuovere forme possibili di “transizione” verso nuovi e più sostenibili modelli di vita sociali, ambientali, culturali.
Gli abitanti provvisori o ospiti vengono accompagnati della sostenibilità ambientale della vita comunitaria, incentivati a materiali e tecniche tradizionali, bioedilizia, impianto solare, fotovoltaico, compost, fitodepurazione e sperimentazioni varie.
L’ospitalità come “economia forte” per innescare i processi e garantire la tenuta delle articolate “economie deboli”
L’ecovillaggio è sede di campi di volontariato a supporto delle attività di restauro del borgo, delle pratiche agricole, della conduzione delle forme di ospitalità e delle altre attività previste.

STU
Società di Trasformazione Urbana-D.Lgs. 267/2000 Articolo 120

E’ un modello che può far riferimento per le aree interne, traduzione di ambiente e fruizione.
Le città metropolitane e i comuni, anche con la partecipazione della provincia e della regione, possono costituire società per azioni per progettare e realizzare interventi di trasformazione urbana, in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti.
A tal fine le deliberazioni dovranno in ogni caso prevedere che gli azionisti privati delle società per azioni siano scelti tramite procedura di evidenza pubblica.
Le società di trasformazione urbana provvedono alla preventiva acquisizione delle aree interessate dall’intervento, alla trasformazione e alla commercializzazione delle stesse.
Le acquisizioni possono avvenire consensualmente o tramite ricorso alle procedure di esproprio da parte del comune anche come eventuale adeguamento e necessaria specificazione per la realizzazione dell’intervento.
Le aree interessate dall’intervento di trasformazione sono individuate con delibera del consiglio comunale.
L’individuazione delle aree di intervento equivale a dichiarazione di pubblica utilità, anche per le aree non interessate da opere pubbliche.
Le aree di proprietà degli enti locali interessate dall’intervento possono essere attribuite alla società a titolo di concessione.
I rapporti tra gli enti locali azionisti e la società per azioni di trasformazione urbana sono disciplinati da una convenzione contenente, a pena di nullità, gli obblighi e i diritti delle parti.
I proprietari delle aree oggetto degli interventi programmati dalla STU possono divenire soci della società previo accordo a trattativa privata.
La conformità del programma della STU al PRG vigente non è da interpretare come semplice conformità ma anche come eventuale adeguamento e necessaria specificazione per la realizzazione dell’intervento.

TOOK
Transfer Of Organised Knowledge-trasferimento di conoscenze organizzate

è valorizzare le risorse del territorio e l’offerta turistica attraverso una strategia che si basa su tre pilastri:
migliorare la visibilità dell’area,
rafforzare la governance e le politiche di sviluppo,
monitorare i flussi e le risorse attraverso un ufficio turistico condiviso.

E’ progettualità condivisa e gestione partecipata delle risorse, attraverso:
– costituzione di Agenzie Turistiche per la ricettività , servizi, eventi e manifestazioni, percorsi e visite guidate, gestione materiale pubblicitario, attività promozionali, presenza su fiere nazionali ed internazionali di settore, vetrina su tipicità agroalimentari e artigianato locale;
– adesione all’ Associazione Comuni Virtuosi qualità e sostenibilità degli stili di vita e di gestione territoriale, tramite la realizzazione di adeguata progettualità;
-pratiche e delibere per la facilitazione dell’attività del turismo rurale e integrazione al reddito degli agricoltori e dei cittadini residenti nel comune (giovani, inoccupati, cooperative, etc.);
– delibere comunali che recepiscono o normano azioni per facilitare l’attività di bed and breakfast, agriturismo, varie forme di ospitalità fruibili in modo sostenibile azioni di studio e valorizzazione del territorio e delle tipicità (accordo quadro con il Centro Interdipartimentale di Ricerca sul Paesaggio dell’Università Politecnica delle Marche) e sensibilizzazione dell’opinione pubblica su tali temi;
-delibere per la circuitazione dei prodotti della tipicità locale nella rete;
– messa in valore di edifici di proprietà comunale come vetrina del territorio e dei suoi prodotti di qualità enogastronomica e dell’artigianato;
-monitoraggio e feed-back non soltanto sui flussi ma, soprattutto, sul gradimento dei servizi e analisi delle criticità evidenziate.

Si ritiene fondamentale a conclusione di quanto esposto e sulla
base di esperienze già intraprese personalmente che il riscontro degli esiti
debba avvenire precisando i seguenti punti:

Individuare
gli indicatori [parametri] e descrittori [ livelli di valutazione]
da utilizzare come STANDARD di riferimento e Marchi di Connotazione
Considerare
Non tanto e solo la QUANTITA’ dei fruitori
Quanto il GRADIMENTO percepito e le ESIGENZE disattese
Redigere
per l’evento svolto REPORT/SAGGI , produzioni editoriali,
quale divulgazione e conservazione documentaristica.

 

 

 

 

 

Dettagli

Data:
28 Giugno 2022
Ora:
09:00 - 19:00