FONDO DELLA SALSA – Quando vince il tempo lento della bellezza.
Mi affaccio dal rifugio Enrico Faiani e annuso l’aria fresca e pungente. L’odore del bosco prende le nari e sale lento, mentre il bagliore della neve rimbalza sulla retina. L’occhio si adatta e coglie le striature della roccia che segnano il tratto finale della parete. Le spalle si inarcano per accogliere lo zaino che lesto si posa e spinge a muovermi rapido.
Sembra quasi che non voglia le cinghie serrate, desideroso di cercare la luce che si fa strada tra il fogliame. Il sentiero tranquillizza ogni ansia con i passi attutiti dal letto di foglie, abbondante e oramai sempre umido. Mentre salgo le foglie ammucchiate trovano sollievo, mosse dallo scarpone, risalgono dal fondo per mostrare soddisfatte la intensa pagina scura e bagnata. La sella raggiunta appaga lo sguardo e il pensiero vola a sfiorare la Parete Nord del Monte Camicia, grande, poderosa, multiforme con i diversi movimenti che la natura ha dettato; seguo i primi strati orizzontali sui quali la neve ha disegnato arabeschi d’arte e poi lo slancio verticale che aspira alle “balconate”, ultimo presidio prima della panoramica vetta.
FONDO DELLA SALSA – Quando vince il tempo lento della bellezza