Club Alpino Italiano e Parchi: insieme per la montagna, anche sui Sibillini
(3684 – editoriale 360)
Nel cuore e nella testa del CAI c‘è la montagna, con ogni possibile relazione data dal ricorrente inseguimento tra uomo e ambiente: un dualismo dilemma e forza della montagna stessa.
Nella situazione di ridotta attenzione alla montagna e di attuale deriva culturale, merita un approfondimento il tema del rapporto tra CAI e Sistema delle Aree Protette che interessa gran parte delle Alpi e degli Appennini. Lungo la dorsale montuosa d’Italia, protesa nel Mediterraneo la LQ 394/91 ha dato impulso alla istituzione di nuove Aree Protette con le quali il CAI collabora.. Nel 1997 il CAI ha sottoscritto la 1^ intesa di collaborazione con il PN Dolomiti Bellunesi, nel 1999 la 5^ con il PN dei Sibillini ed a seguire le intese sono diventate 12.
In questi territori le azioni del CAI sono state sempre animate dalle indicazioni statutarie e da una serie di esperienze sedimentate nel tempo frutto dei contenuti, valori ed obiettivi espressi dal Bidecalogo, i cui 20 punti sono vincolanti per i soci, le Sezioni e le attività sociali
collettive ed individuali.
L’impegno del Sodalizio è per la salvaguardia e la riqualificazione delle Terre Alte insieme al riconoscimento dell’identità e del valore di luoghi e popolazioni.
Dopo anni di attività, condotta spesso in sordina è necessario monitorare le situazioni e fissare alcuni riferimenti restituendo una visione d’insieme. E’ il caso del PN dei Sibillini con il progetto Camoscio d’Abruzzo, per il quale il CAI ha avuto una visione d’Appennino, come grande area estesa comprendendo il PN del Gran Sasso e Monti della Laga, il PN della Majella e lo storico PN d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il Progetto Camoscio d’Abruzzo è nato nel CAI a livello nazionale negli anni ’80, su proposta della CCTAM, con azioni di ripopolamento nello stesso PN d’Abruzzo e di reintroduzione sulla Majella e sul Gran Sasso. Il contribuito del CAI è stato determinante per il ritorno di questo singolare mammifero sulle montagne d’Appennino, su cinque Regioni con Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio e Molise. Un progetto che ha poi trovato il naturale ampliamento sui Sibillini.