Corso di formazione CAI TAM Lazio a Villavallelonga
Nel corso del fine settimana del 18 e del 19 Luglio si è svolto a Villavallelonga (AQ), nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, un corso di formazione riservato agli Operatori CAI TAM del Lazio e incentrato sulla tutela della fauna appenninica in generale e focalizzato in particolare su tutte le azioni attuate dall’Ente Parco per la protezione dei “grandi” mammiferi ivi presenti, che molto spesso risultano essere quelli più vulnerabili a tutta una serie di minacce, dalle aggressioni dirette da parte dell’uomo, a quelle indirette, rappresentate ad esempio dal traffico veicolare, dalla frammentazione delle aree selvagge a loro disposizione, fino alle malattie ed alle zoonosi introdotte dal bestiame domestico in pascolo in quelle stesse aree;
Il primo giorno di attività si è svolto all’interno di una struttura del Parco dove è stato possibile assistere alla visione di alcuni filmati inerenti le sue principali peculiarità ambientali, botaniche e faunistiche, cui ha fatto seguito un’approfondita spiegazione da parte di due Guardie Faunistiche del Parco delle principali problematiche da Loro affrontate nella difesa dell’esiguo numero di orsi bruni marsicani ancora presenti sul territorio, che, è fondamentale ricordarlo, rappresentano un endemismo ed una notevolissima peculiarità di queste montagne dell’Appennino Centrale che deve essere difeso ad ogni costo , come previsto e prescritto anche da apposite Direttive della Comunità Europea in materia di biodiversità e di Tutela ambientale;
Nel corso dei Loro interventi c’è stata anche l’opportunità di ascoltare aneddoti ed esperienze vissute nel corso della Loro attività lavorativa incentrata sulla difesa della natura, come quando ci hanno parlato del recente episodio del ritrovamento alla periferia del Paese di un piccolo cucciolo di orso, probabilmente abbandonato dalla Madre, che è stato immediatamente consegnato Loro e quindi affidato alla cure veterinarie degli Specialisti del Parco:
in tal modo la piccola orsacchiotta (cui è stato dato il nome di Morena, in ricordo di una giovane donna recentemente scomparsa nel paese dì Villavallelonga) è stata salvata da morte certa, viste le precarie condizioni in cui si trovava e l’impossibilità di potersi procacciare autonomamente il cibo;
Notizia di pochi giorni fa è che la piccola sembrerebbe aver superato la fase più critica e molto probabilmente nel corso dei prossimi mesi verrà reintrodotta nel suo ambiente naturale;
Si tratta di un tentativo di reintroduzione senza precedenti e su cui gravano moltissimi rischi e insidie, ma è fondamentale ricordare che anche un singolo esemplare, specie di sesso femminile, qual’è la piccola Morena, risulta importantissimo per il mantenimento di questa specie, il cui numero complessivo è compreso in un range tra 40 e 50 esemplari , numeri che pongono questa specie nella Lista Rossa dello IUCN ad altissimo rischio di estinzione.
Oltre ai numeri ridotti, influiscono negativamente sulla salvaguardia di questi plantigradi la bassa natalità delle specie (ogni femmina fertile è in grado di procreare ogni due anni), la difficoltà a gestire cucciolate multiple (in genere il terzo nato, quando presente, non sopravvive a lungo per le minori cure parentali ricevute) e le continue insidie cui sono sottoposti i cuccioli, spesso cacciati e uccisi da altri predatori, ma talvolta anche da esemplari adulti della stessa specie.
La lezione si è poi conclusa con la visita all’area faunistica adiacente dove è stato possibile avere un incontro ravvicinato con un’esemplare “problematico” di Orso, di nome Yogha, che proprio per la sua indole poco propensa alla vita selvaggia (anzi con una predisposizione a frequentare i luoghi abitati dagli Umani ) è stata rinchiusa in un’area recintata che fino a non molto tempo fa condivideva con Sandrino, un altro simbolo del Parco, che a causa dell’età avanzata è stato trasferito presso un centro veterinario di Pescasseroli.
La giornata successiva invece è stata contraddistinta da un’escursione didattica che, partendo dalla Fonte Aceretta, alla fine dei Pratoni d’Angro, ha portato i Partecipanti, sempre accompagnati e guidati dalle due preparatissime Guardiaparco Michela e Nicolina, a raggiungere il rifugio Pesco di Iorio, a quota 1.835 mslm, da cui è stato possibile ammirare in una giornata luminosissima tutti principali rilievi e gruppi montuosi del Parco.
Nel corso di tale escursione, oltre a ricevere numerose indicazioni sulle specie botaniche incontrate sul percorso, e sull’importanza di alcune in particolare nella dieta estiva dell’orso, sono state anche illustrate le tecniche utilizzate per raccogliere campioni di pelo dei plantigradi, da sottoporre poi ad analisi del DNA necessarie per poter valutare in maniera accurata il numero di soggetti ed i gradi di parentela degli esemplari che frequentano quella parte di Montagna Abruzzese.
La giornata si è conclusa con la consegna degli attestati ai Partecipanti di questo ricco ed interessantissimo evento, contraddistinta dal lavoro intenso, dallo studio incessante e dall’amore verso la Natura che dovrebbe divenire un patrimonio radicato nella coscienza di ogni singolo Operatore TAM.