Frequentazione Responsabile Dell’ambiente Montano Innevato – Il Programma

“FREQUENTAZIONE RESPONSABILE DELL’AMBIENTE MONTANO INNEVATO”

CONVEGNO NAZIONALE

2 OTTOBRE 2021 – TRENTO

 SALA CONGRESSI FEDERAZIONE TRENTINA DELLE COOPERATIVE

VIA SEGANTINI 10 – TRENTO

(Evento CAI proposto nel FESTIVAL NAZIONALE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE)

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RAZIONALE:

Le limitazioni allo sci da discesa, introdotte ai fini di garanzia della salute pubblica, causa pandemia Covid 19, unite alla necessità delle località sciistiche di produrre un’offerta turistica alternativa, hanno già portato ad una ridistribuzione dei frequentatori della montagna in periodo invernale verso altre attività sportive (scialpinismo, sci di fondo escursionismo, ciaspole ecc.),con conseguente maggiore frequentazione di luoghi e spazi naturali fino ad oggi con minor indice di pressione antropica.

            L’estate appena trascorsa, ha mostrato gli effetti e le criticità, sociali e ambientali, di una incontrollata frequentazione dell’ambiente montano. Una tale frequentazione in inverno, la stagione per eccellenza della stasi nel ciclo della natura, aumenterà esponenzialmente le fragilità ambientali ed esporrà la fauna già in condizioni limite per la sopravvivenza, a fattori di stress ulteriori e potenzialmente fatali.

            Alla luce della recente approvazione da parte degli Organi Centrali del documento di posizionamento del CAI “Cambiamenti climatici, neve e industria dello sci – analisi del contesto, prospettive e proposte”, affrontare questa tematica con rigore scientifico e con visione prospettica rappresenta un punto strategico per dare concretezza ai principi espressi nel documento medesimo.

            In particolare la sensibilizzazione verso questi aspetti centrali della frequentazione responsabile dell’ambiente montano innevato, non solo dei frequentatori ma anche, in maniera più puntuale, dei nostri Istruttori di scialpinismo, alpinismo, arrampicata e sci di fondo escursionismo  oltre che degli Accompagnatori di escursionismo in ambiente innevato, diventa centrale nella visione che il CAI ha in termini di ragionevolezza, responsabilità e autoregolamentazione, oltre che per la formazione di quella base culturale comune di cui ogni Socio CAI, a maggior ragione i propri Titolati, dovrebbe essere portavoce nonché esempio.

E’ ormai assodato a livello internazionale come alcune pratiche sportive svolte in ambiente innevato provochino particolari stress e cagionino disturbo ad alcune specie animali stanziali, che trascorrono il periodo invernale in attività quali, in primis, i tetraonidi, ma anche alcuni ungulati (Stambecchi e camosci), nonché i grandi carnivori: lo scialpinismo, il sempre più diffuso utilizzo delle ciaspole, lo sviluppo dell’eliski, impattano su queste specie rese ancor più fragili dalla stagione invernale .

Non solo il mondo scientifico, ma anche le maggiori organizzazioni alpinistiche di oltr’alpe, da tempo si interrogano e propongono soluzioni di mitigazione dell’impatto; soluzioni che, partendo da una diffusa azione di sensibilizzazione, giungano alla individuazione di percorsi consigliati in quanto di basso o minore impatto, così come all’individuazione di “aree di quiete o di tranquillità” da lasciare possibilmente indisturbate.

Anche in Italia esistono alcune situazioni esperienziali che devono essere portate a conoscenza della gran massa dei frequentatori del mondo della neve, a partire dalla nostra base sociale.

Su questo tema aveva già iniziato a lavorare anche la SAT per cui il coinvolgimento diretto e paritario della SAT rappresenta l’elemento fondamentale per la riuscita della iniziativa.

La presenza come relatori o come partecipanti alla Tavola di rotonda di organismi di livello sovranazionale (Convenzione delle Alpi, Club Arc Alpin, RUS,CIPRA ecc) permette e garantisce di poter disporre di una visione complessiva e quindi di costruire una proposta di documento di posizionamento di livello ampio e completo.

In conclusione il CAI potrà prendere in mano la questione in modo tale che, partendo da solide evidenze scientifiche e dalla acquisizione di quelle positive esperienze già in essere, venga individuato un modello di frequentazione responsabile dell’ambiente montano innevato condiviso sia sulle Alpi che sugli Appennini.

Questo convegno avrà infine la funzione propedeutica di un nuovo momento di confronto e proposta per quanto attiene la frequentazione responsabile dell’ambiente montano nel periodo estivo.

 

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