Attività della Commissione TAM Basilicata
Intersezionale con la sezione di Lagonegro, Potenza, Matera e Melfi
DOMENICA 12 GIUGNO 2022, BOSCO MAGNANO
(S. SEVERINO LUCANO) – PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
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Località, gruppo montuoso: Bosco Magnano., Massicciodel Pollino – Lunghezza: 7 km – Altitudine minima, altitudine massima: 233 m, 463 m – Dislivello in salita, dislivello in discesa: + 150 m, – 150 m – Durata: 4 ore, soste escluse – Grado di difficoltà: E (Escursionistica) – Punti d’acqua: alla partenza – Attrezzatura necessaria: scarponi da trekking alti, bastoncini telescopici, abbigliamento da escursionismo, zaino da trekking ben equipaggiato (acqua, pranzo al sacco, abbigliamento di ricambio, giacca a vento, ecc.); mascherina, gel igienizzante e green pass come da note operative emergenza Covid allegate.
Si consiglia di lasciare in auto un cambio completo di abbigliamento.
I responsabili si riservano il diritto di non ammettere all’escursione quanti non dimostrassero di essere in possesso dei requisiti fisici, tecnici o d’abbigliamento necessari.
Si ricorda che è facoltà dei direttori d’escursione modificare il percorso anche durante l’escursione.
In caso di previsioni meteorologiche avverse l’escursione potrà subire modifiche o essere rinviata.
Coordinate alla partenza: Geografiche Decimale LAT 40.049272463 N LON 16.1257071577 E – Geografiche gradi/primi/secondi Lat 40° 2’ 57,4” Lon 16° 7’ 32,5” – Utm metriche T zona 33 Xest 596022 Ynord 4433833
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Programma sintetico:
- ore 9:30 – Appuntamento presso il parcheggio a Bosco Magnano;
- ore 9:40 – Incontro con gli agenti dei carabinieri Forestali che ci parleranno della sorveglianza nei parchi nazionali;
- ore 10:00 – Partenza da Ponte Frida/Bosco Magnano (Parco Naz. del Pollino) accompagnati dal Pietro Serroni, responsabile dell’area Conservazione dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, che ci parlerà di due importanti progetti:
- life stream trota fario;
- reintroduzione del cervo nel Pollino.
Descrizione del percorso
Lasciata l’auto nel piccolo parcheggio a lato del torrente, all’ombra di maestosi cerri, si prende la stradina sterrata che scende ripida verso il greto, segnalata da un cartello che reca l’indicazione “torrente Peschiera; mulino Fasanelli”. Qualche decina di metri di percorso e si raggiunge la sponda del torrente.
Nonostante le tracce dell’intensa frequentazione antropica dei giorni festivi, l’ambiente è subito fiabesco. Grandi ontani e pioppi neri racchiudono l’alveo entro cortine di fusti colonnari, creando una galleria verde che si riflette nelle acque vivaci e limpide, mentre la luce che giunge filtrata dalle chiome fitte degli alberi accentua l’atmosfera incantata.
La musicalità dell’acqua che fluisce, lo scroscio della pittoresca cascatella dovuta a un’opera di regimazione idraulica, i ceppi di vecchi alberi deposti dall’acqua tra i macigni levigati come sculture, il volo sfarfallato delle libellule caloterigi dagli splendidi colori metallici sono soltanto alcuni degli ingredienti d’ambiente di questo luogo.
Da qui si parte dunque per risalire l’alveo sulla sinistra orografica del Peschiera, procedendo sui sassi emergenti dall’acquitrino di sponda dove, tra ciuffi di carice pendula, giganteschi ontani neri si aggrappano ai macigni. Nell’estate il canto breve e ripetuto della capinera è quasi sopraffatto dal coro delle cicale.
Si procede sulla marcata traccia di sentiero che costeggia la sponda; sul pendio che si innalza a destra vegeta un rado bosco di ontano napoletano, con sottobosco di vitalba, biancospino selvatico ed ebolo, mentre sul greto crescono rari salici ripaioli e felci maschio presso i rigagnoli che ruscellano nell’alveo principale.
A 15 minuti dalla partenza si percorre il margine di un bosco colonnare di cerro, acero campestre e faggio. Quest’ultima specie tende presto a prevalere, alternata ad aceri campestri a ceppaia.
Nelle acque del Peschiera che fluiscono limpide guizzano esemplari di trota di torrente, che insidiano le farfalle in volo basso sull’alveo. Il sentiero si innalza quindi brevemente, con accentuata pendenza, fino a raggiungere un dislivello di circa 30 m sul greto.
Si osserva, nel sottobosco, la rada presenza del termofilo pungitopo e dell’erica arborea, legata invece a suoli silicei, mentre il concerto delle cicale rimane assordante e i tronchi evidenziano una ricca flora di epifite, costituite soprattutto da licheni frondosi. Il sentiero, dopo un tratto in quota, si abbassa nuovamente a lambire il greto, dove crescono giovani aceti di Lobelius, prima di entrare in un tratto di faggeta pressoché pura.
La presenza dello sparviero è indirettamente rivelata dalle spiumate di piccoli passeriformi, ma nelle pozze tranquille al margine dell’esiguo alveo saltellano nella piena estate decine di esemplari di rana appenninica e nuotano, pattinando in superficie, numerosi gerridi.
Si prosegue e il bosco muta ancora la propria fisionomia: al faggio si mescolano nuovamente il cerro, l’acero campestre e l’olmo, e fa la propria comparsa il carpino bianco, con i caratteristici tronchi costolati a corteccia liscia e chiara.
A circa 45 minuti dalla partenza, presso alcune radure, si osservano faggi maestosi; il canto del luì piccolo ed il richiamo squillante del picchio verde rompono il silenzio incantato. Si intercetta quindi una stradina forestale, dove un cartello indica che il sentiero percorso è un tratto del “sentiero Italia”; una deviazione lungo la carrareccia in direzione nord conduce in 3,15 km alla “taverna Magnano”.
Si prosegue costeggiando ancora il greto, con la stradina a tratti illuminata dagli squarci che interrompono la vegetazione arborea del bosco. Nelle frange di prato asciutto, tra fioriture di cicoria e di verbena comune su cui volano il podalirio, la vanessa e la cedronella, sfreccia il ramarro. Si raggiunge così un ponticello, che supera l’alveo vegliato da due schiere di giganteschi ontani neri.
Qui il sentiero si divide: a destra si inoltra tra banchi di gigantesche felci aquiline, ancora indicato come “sentiero Italia” con direzione Terme (km 17,350; ore 6); a sinistra si dirige invece verso l’abitato di Magnano (km 10,850; ore 3.30), attraversando il bosco e aggirando i recinti dell’area faunistica del capriolo (oggi area di ripopolamento del Cervo).
L’escursione è conclusa, anche se le varianti indicate possono offrire nuove, suggestive opportunità di conoscere lo splendido Bosco Magnano. Sulla via del ritorno, affrontando nel tratto conclusivo la traccia che procede in salita non è difficile osservare le fatte del tasso. Nella cerreta pura e coetanea, che colonizza con portamento colonnare il versante asciutto, un sottobosco di prugnolo, orniello ed erica arborea, accompagna il percorso, tra il frinire delle cicale e i richiami della cinciallegra e del picchio muratore.
Direttori d’escursione
Direttori d’escursione per Lagonegro
- ORTAM Bruno Niola cell. 339.7646529
- ORTAM Lucia Mancusi cell. 338.5850829
per la Sezione di Potenza:
- ORTAM Filomena Cardone cell. 348.7378730
- ORTAM Vincenzo De Palma cell. 320.4277910
per la Sezione di Matera:
- ORTAM Donato Casamassima cell. 333.116665
- ORTAM Felice Santantonio cell. 339.1411370
per la Sezione di Melfi:
- ORTAM Carmen De Angelis cell. 333.3056433
- ORTAM Monica Pocchiari cell. 333.3746453
Iscrizione
Uscita a numero di partecipanti limitata, più gli accompagnatori. Iscrizione obbligatoria tramite sms/chat ai referenti d’escursione entro le ore 20:00 di venerdì 10 giugno 2022. Partecipazione subordinata a una risposta positiva da parte dei referenti.
Appuntamento e partenza
Ore 09.00, Parcheggio bosco Magnano, S. Severino Lucano
IL TRASFERIMENTO CON MEZZI PROPRI DOVRÀ AVVENIRE NEL RISPETTO DELLA NORMATIVA ANTI-COVID VIGENTE. GLI ACCOMPAGNATORI NON SI ASSUMERANNO LA RESPONSABILITÀ DI FORMARE GLI EQUIPAGGI NEL CASO DI CONDIVISIONE DELLE AUTOVETTURE.