Appello al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, alla Giunta Regionale e ai sindaci dei comuni interessati con richiesta di maggiore attenzione alle nostre montagne .
Fortemente preoccupati dalla situazione attuale ed in particolare per alcune proposte che toccano da vicino la montagna toscana, ribadiamo con forza la necessità di adottare una strategia generale condivisa, allo scopo di definire al meglio un quadro comune di obiettivi, ad oggi molto contraddittorio.
Il Club Alpino Italiano sostiene la necessità di attrarre attività e popolazione nelle zone montane con investimenti pubblici finalizzati a garantire servizi essenziali ed un conseguente innalzamento del livello di vita dei residenti e non: in primis presidi sanitari, scuole, trasporto pubblico e infrastrutture digitali. Si ricorda anche l’importanza di applicare una fiscalità di vantaggio a quanti fanno impresa nelle Terre Alte rilanciandone la vocazione turistica ed agreste. Il CAI sostiene con convinzione iniziative, come il turismo lento, compatibili con il rispetto e la valorizzazione di un territorio prezioso, quanto fragile.
Il CAI si dissocia con fermezza da una visione “marginalizzata” della montagna, sfruttabile al massimo come risorsa economica. Il settore pubblico dovrebbe operare al fianco dei privati per reperire risorse e investimenti che consentano alle aree montane di svilupparsi creando forme di lavoro compatibili con le esigenze ineludibili di salvaguardia della natura e della biodiversità. Non è accettabile anteporre il sostegno ad interessi privati come fossero d’interesse pubblico alla difesa delle risorse naturali finite e non ripetibili che compongono il paesaggio montano .
Nel ribadire che non può esserci montagna senza la presenza dell’uomo, che la vive e la tutela, il CAI ricorda che a tutt’oggi:
– si continua a tollerare la demolizione delle Alpi Apuane. Chiediamo con fermezza alla Regione di voler riconsiderare la politica di estrazione del marmo, responsabile della distruzione di intere porzioni di montagne, ivi comprese alcune vette, e dell’inquinamento delle falde acquifere. La zona, già irrimediabilmente compromessa, potrebbe accusare un ulteriore duro colpo qualora si realizzasse il ventilato tunnel che metterebbe in collegamento il versante lucchese delle Apuane con la Versilia!
– si programmano nuovi impianti nelle montagne pistoiesi, ad un’altezza dove tutti gli studi sul clima prevedono l’esaurirsi delle neve e gli economisti indicano come non conveniente la realizzazione di nuove piste di sci; enorme sarebbe il danno ambientale provocato dall’inevitabile necessità d’innevamento artificiale in una zona esposta al sud e al vento dove la neve, salvo rare eccezioni, dura pochissimo.
– si vuole tappezzare di pale eoliche enormi gran parte dell’Appennino, iniziando dal Giogo di Villore e Corella, la cui costruzione devasterà il territorio con migliaia di metri cubi di cementificazione. Sembra che ci sia l’intenzione di approvare questo sciagurato progetto malgrado l’opposizione del Parco Nazionale confinante e della Soprintendenza, in nome di una male interpretata crisi climatica, i cui effetti non si attenuano certo distruggendo l’ambiente la cui salvaguardia è, viceversa, uno dei pilastri fondamentali per la transizione ecologica. Il CAI è favorevole alle energie rinnovabili, ma i nuovi impianti non vanno fatti ovunque e a qualsiasi costo.
Per far vivere la montagna e farne conoscere gli aspetti più meravigliosi non potrà mai essere necessario distruggerla!