Un progetto del Club Alpino Italiano per raccontare il lutto, il trauma e la fragilità attraverso le voci di chi ha imparato a trasformarli in memoria e connessione.

“Oltre la vetta” è anche il nome di un video-podcast che nasce all’interno dell’omonimo porgetto dal desiderio di parlare apertamente di ciò che nella montagna, e nella vita, resta spesso taciuto: il dolore della perdita, il trauma, la paura, la fragilità.
Attraverso una serie di interviste a alpinisti, familiari, artisti, e psicologi, questo progetto esplora le molte forme del lutto e i modi, diversi e personali, in cui si può imparare a convivere con esso.
Non esiste un solo modo “giusto” per elaborare una perdita. Il dolore non segue regole, non ha una direzione lineare. Può essere confuso, contraddittorio, profondo, ma anche generativo. Nel confronto con chi ha attraversato momenti di buio, emergono storie di resilienza, memoria e connessione, che ricordano come anche il dolore possa trasformarsi in una forma di appartenenza.
Il podcast vuole essere un punto di incontro e di riflessione per tutta la comunità alpinistica e non solo: un invito a parlare di ciò che ferisce, senza vergogna e senza solitudine. Perché elaborare il lutto, individualmente e insieme, è un gesto di cura collettiva, e forse il primo passo per ritrovare, dopo la perdita, un nuovo modo di stare nel mondo.

La prima puntata del video-podcast, condotto da Sofia Farina, dà voce a Marina Consolaro, madre di Matteo Pasquetto, aspirante guida alpina scomparso prematuramente sul Monte Bianco nel 2020.
Con lucidità e tenerezza, Marina racconta chi era Matteo, il suo amore profondo per la montagna, la consapevolezza del rischio e il percorso personale e familiare che è seguito alla sua perdita. Dal dolore è nata un’iniziativa collettiva: il Fondo Casa Matteo Varese, che sostiene giovani aspiranti guide alpine e progetti sociali per ragazzi in difficoltà.
È una conversazione intima e coraggiosa su cosa significa affrontare l’assenza, continuare a nominare chi non c’è più e trasformare la mancanza in un gesto generativo, capace di restituire vita ad altri.