Dopo la perdita

Nulla ti prepara davvero al momento in cui la vita ti colpisce e tutto cambia in un istante. Quella mattina, quando vi siete salutati per l’ultima volta, non potevi immaginare ciò che sarebbe successo né il vuoto che avresti trovato nelle ore e nei giorni successivi.  Più la sberla è forte, più il dolore è grande – e con esso arriva un turbinio di emozioni diverse: incredulità, rabbia, paura, colpa, smarrimento.

A volte riusciamo a reagire, a dare un nome a ciò che sentiamo. Altre volte, l’evento è così potente da lasciarci senza fiato, incapaci di comprendere o di muoverci. È da lì che spesso comincia la crisi: quando tutto ciò che conoscevamo sembra non bastare più.

In quei momenti è normale chiedersi “perché proprio a me?” o “perché proprio a lui/lei?” “Che cosa è successo di sbagliato?” “Non dovevo lasciarlo andare”….  Nei primi giorni domina lo shock e l’operatività: ci si muove, si organizza, si fa ciò che serve, si viene accompagnati nel “fare”. Poi il rumore diminuisce progressivamente e arriva il silenzio, il vuoto. E quel vuoto, per quanto doloroso, fa parte del processo.

Affrontare un lutto o un trauma non è mai semplice, ma esistono piccoli gesti che possono aiutare subito: restare vicini, condividere il silenzio, prendersi cura del corpo, darsi obiettivi quotidiani, parlare – quando si riesce – con chi può comprendere.  Non esiste un modo giusto o sbagliato di soffrire. Esiste solo il proprio modo, da accogliere con rispetto e senza giudizio.

Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112.
Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 tutti i giorni dalle 9 alle 24, oppure via WhatsApp dalle 18 alle 21 al 324 0117252.
Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.