La nostra storia

convocazione prima assemblea scaled e1737730768224 - CAI Sezione di Livigno

Sono passati quarant’anni dal giorno in cui anche Livigno ha costituito la propria sezione del Club Alpino Italiano: sarebbe stato perlomeno bizzarro, se non ne avessimo avuta una, proprio noi che in mezzo alle montagne nasciamo, cresciamo e viviamo.

Era il 1985… alcuni di noi non erano nemmeno nati. Il 2 febbraio di quell’anno la Sede Centrale ratificò la costituzione della nostra sezione e il 18 marzo alla prima riunione il consiglio direttivo era composto da

presidente: Lodovico Cusini
vicepresidente: Mario Mottini e Silvana Bianchi
tesoriere: Mirco Vianello
segretario: Andrea Bradanini

fondazione della sezione 1 - CAI Sezione di Livigno

Da subito la sezione si adoperò per raccogliere nuovi soci e favorire, data la posizione felice in cui operava, le attività scialpinistiche. Potendo contare sulla presenze delle guide alpine locali vennero organizzate numerose escursioni e gare sociali. 

Lo scopo della sezione si estendeva non solo a promuovere le attività legate alla montagna tra i suoi soci, ma anche a preservare la nostra valle dalle violenze ambientali: evitando l’asfaltatura della strada della Val Federia, mettendo ordine nella pratica del trial e motocross  su sentieri, regolamentando le aree di campeggio per avere maggior pulizia e ridurre il rischio di incendi e cercando di sensibilizzare i giovani del paese attraverso video o conferenze nelle scuole.
Nei primi anni Novanta la sezione si operò per bloccare la pratica dell’heliski e per inserire Livigno come tappa del Sentiero Italia. 

Come detto, sono passati quarant’anni. Dalla cima del Monte Vago, la montagna che chiude la nostra valle a sud, la si può abbracciare tutta con lo sguardo: il paese cresce come un essere vivente, ogni anno di più… viene spontaneo chiedersi se lo stia facendo nella direzione giusta? Qual è, poi, la direzione giusta? 

Chi fa parte del CAI Livigno oggi ha ereditato la sezione da quei primi scomodi promotori… scomodi, perchè hanno fatto tanto, al punto che è difficile essere all’altezza del loro lavoro. Quello che ci hanno lasciato non è soltanto un’associazione: in eredità ci hanno lasciato tutta la valle di Livigno con le sue cime che solleticano la pancia alle nuvole. Si vedono tutte da quassù: il Monte Breva, il Monte Garrone, il Piz Cotschen, il Pizzo Leverone, il Piz di Rin, la Cima Cavalli e la Cima Fopel… è come un girotondo e tornando indietro… la Cassa del Ferro, il Crap de la Parè, il Pizzo Filone, il Corno di Capra e il Pizzo Paradisino… il nostro Everest… meglio sarebbe stato citarne il nome in dialetto, in fondo il compito del Club Alpino Italiano dovrebbe essere quello di preservare la cultura di montagna e con esso anche il nostro dialetto che sempre più spesso tende a scomparire. E allora facciamo ancora un giro di girotondo… 

Somp i Crap Neir, Al Palon dal Mont, Piz Cocian, Piza di Rin, Piza di Cavagl, Piz dal Dardaglin, Al Filon, Corn da li Cabra, Al Paradisin… e Al Vach… le dieci cime. 

Era il 2016 quando venne organizzata la prima edizione dei Nös 3000, la salita in contemporanea delle dieci cime più caratteristiche di Livigno. La spinta data da quella giornata ha portato tante persone ad avvicinarsi all’escursionismo: presi per mano abbiamo imparato a camminare in montagna fino a spingerci molto vicino ai nostri limiti… anzi, spostando questi limiti sempre un po’ più in là…