26.01.2025 ESCURSIONE N° 02

OLIENA: LanaithoTiscali– Bidighinzos

Dati tecnici/organizzativi: durata dell’escursione complessiva 6 ore. Tipo di difficoltà E, secondo le prescrizioni del Club Alpino Italiano.

Dislivello: 400 m in salita, 400 m in discesa. Sviluppo di circa chilometri 9.

Tipologia di percorso: sentieri tracciati con segnaletica, intersecantisi con il Sentiero Italia Cai proveniente dal Flumineddu (S’Abbarva-Su Balladorzu- Scala ‘e Surtana). Presenza per diversi tratti, di emergenze calcare richiedenti esperienza, allenamento e particolare attenzione come elementi distintivi dei soci Cai.

Direttori: Tonino Ladu (Ase), Nicolina Macarrone, Massimo Tuveri, Matteo Marteddu. Iscrizioni sino al venerdì 24 Gennaio ore 14. (Tel. Whap- 329.0533117, T. Ladu  — 349 571959, Nicolina.

Incontro e partenza Nuoro piazza Veneto ore 7,30, ingresso Lanaitho, area sorgente Su Gologone ore 8,00. (Mezzi propri). Focus urgente: il ponte di Badu e Chercu sempre chiuso. Quindi da piazza Veneto Nuoro, verso Locoe, bivio Oliena, Centro paese, Su Cologone.

Disposizioni: l’ingresso, per chi volesse, al sito archeologico di Tiscali è regolato dalle norme della coop di gestione. Costo euro cinque a persona. Escluso il POS. Non previsto nè dai Tiscalesi nè dai Romani……

Itinerario: Auto da Su Gologone, allineate e ridotte allo stretto necessario per evitare uno scomposto, polveroso impatto ambientale, lungo la carrareccia della valle di Lanaitho. Ci muoviamo tra gli scenari dei costoni calcarei. Per altro, queste giornate ancora più bianchi sotto il sottile strato di neve. Da una parte Corrasi con le cime Monte Uddè, Fruncu Nieddu, i tornanti de Sas Seddittas e l’imponenza di Cusidore, dall’altra osservando i supramonti di Dorgali da Omene, a Gurturgios. Passato e presente con confine così labile di difficile percezione. Tra le cave di calce e calcare, il lavoro di caprai e carbonai, l’intrico di sentieri, i cuiles sparsi, ancora testimoni muti, persino pareti di arrampicata nelle asprezze ripide di Gurruttone. Ma è il passato che ci viene addosso mentre ci avviciniamo alla zona parcheggio di Budurrai. Da Su Passu Malu a Badu e Sirvas, Ruinas, Su Corrarzu. E le varie fasi della storia dell’uomo scritta anzi impressa, dai sapiens in poi, nella roccia delle grotte, da Su Guanu, a sa Oche, a Corbeddu, a sa Hoda Manna Elihes Artas e a tanto ancora in giro per Sedda ‘e Sos Carros. Una che ci fa sussultare: la grotta Sisaia. Lo scheletro di Sisaia appunto risalente al bronzo medio, 3500 anni, con il foro ricalcificato nel cranio, dopo la trapanazione- operazione arcaica chirurgica dal vivo. Tanto da studiare. Intanto la valle si rivitalizza con interventi massicci sulle ceneri dei sogni degli anni 70/80. Pronte eleganti strutture di accoglienza. Mentre mantiene il suo fascino di sempre il rifugio “Speleologico Picave” del Gruppo Grotte Nuorese, vero centro di riferimento per la cultura carsica e speleo regionale.

Obiettivo TISCALI: Ci lasciamo alle spalle tutto questo per battere gli scarponi sul sentiero in salita. Tracce evidenti di carrareccia per legname e carbone. Prosegue la sua corsa sotto di noi Troccu e Corrojos, altri destini lo aspettano verso Su Suercone. Si sale leggeri, la fenditura sulla roccia ci separa dalla cengia che si affaccia con noi sulla valle e sul torrione di Duavidda. Fioriscono leggende sul ruolo quasi sacro della fenditura. “I Tiscalesi” racchiusi nella loro dolina, opponevano una resistenza da vita o morte alle legioni romane. “Costante resistenziale sarda”, la suggestione di Prof. Giovanni Lilliu. Studi recenti e non ce ne voglia il grande professore, dimostrano che con Roma anche da queste parti, della Civitates Barbariae, un qualche accomodamento, si trovò. Lo dimostrano le ceramiche, “stampigliata rossa africana”, rinvenute  dentro o attorno  all’insediamento e che danno il segno di questo armamentario di grande pregio, piatti, pentolame, vasi, contenitori di vino e bevande, prodotto nelle fabbriche d’élite delle aree nord Africa, ad uso e consumo non della soldataglia ma degli ufficiali d’alto rango. Evidentemente, sostengono archeologi di oggi, il rapporto non è stato di resistenza e sottomissione, bensì anche di condivisione di interessi. Quando la volta della grotta carsica crollò, la fecero da padrone lecci, ginepri, frassini, olivastri, lentischi e fichi. 500 mslm, microclima ideale sostenuto dal grande finestrone che si spalanca verso Lanaitho. Alle pareti sono addossate le strutture abitative che percorrono l’età nuragica, romana e medievale. Capanne tonde e ovali, copertura a tholos o a frasche, ingressi con architravi di ginepro, o in stile quadrato e rettangolare. Edilizia specchio dei tempi e di vita di questo popolo incredibilmente ricco di fascino. Il sito si può visitare, dedicandoci il tempo congruo e necessario per la nostra escursione. Che proseguirà sul sentiero stretto a tornanti sul calcare verso Doronè e Doloverre.  Sentiero Boscoso che ci accompagnerà verso la grotta Bidighinzos. Anfratto di riparo pastorale pluriutilizzato in diverse epoche e simbolo di convivenza tra vita, lavoro e asprezza di luoghi, comunque piegati e addomesticati dalle genti di queste montagne. L’escursione si conclude con l’anello di rientro alle auto.

Grazie

I direttori

Gennaio 2025

tiscali 2 - CAI Sezione di Nuoro
tiscali 1 - CAI Sezione di Nuoro

Articoli Correlati