Q.208 SUD (VARDA) – Q.208 NORD (KUCELJ) – Q.235(KREMENJAK)
di
Mariano Moro
Al termine della Sesta Battaglia
dell’Isonzo (4 – 17 agosto 1916),
le truppe italiane scese
dall’Altopiano di Doberdò,
oltrepassando la strada del
Vallone, raggiunsero l’abitato di
Bonetti e si attestarono alle falde
dell’Altipiano di Comeno
(Komen). Gli austro-ungarici, in
questa zona, per fronteggiare
l’avanzata italiana avevano
realizzato per tempo una serie di
linee e postazioni progressive di
difesa e contrattacco in grado di
respingere gli attacchi delle
fanterie avversarie. Tale linea
trincerata, che partendo dal paese
di Nova Vas (Novavilla) si
congiungeva con i capisaldi di
Quota 208 Nord (Kucelj), di
Quota 208 Sud (Varda), di Quota 235 (Kremenjak) e di Quota 144 (Arupacupa) davanti a Jamiano,
proteggeva i due principali baluardi del fronte carsico: Il Monte Ermada (Hermada – Quota 323),
ultimo serio ostacolo sulla via di
Trieste e il Monte Stol (Quota
628), che dominava la Valle del
Vipacco. Queste alture, i cui nomi
oggi dimenticati ma allora
tristemente noti, furono
tenacemente difese dagli austroungheresi fino alla primavera del
1917. Dopo la vittoriosa battaglia
di Gorizia (agosto 1916) gli
italiani, tra settembre e novembre,
lanciarono tre offensive (Settima,
Ottava e Nona Battaglia
dell’Isonzo) nel corso delle quali
riuscirono a conquistare la Quota
208 Nord e l’abitato di Nova Vas
(Nova Villa) e avanzare di alcuni
Postazione avanzata di una trincea con feritoia che s’incontra poco prima
di giungere sulla cima di q.208 Sud (Foto. M. Moro)
Resti di costruzioni militari sotto la Q. 208 Nord (foto M. Moro)
chilometri sul Carso di Comeno (Komen) a oriente del Vallone. Modesti, in questo periodo, furono
invece i progressi sulla Quota 208 Sud dove le truppe italiane poterono attestarsi dopo vari e
sanguinosi tentativi nei pressi immediati della cima.
Resti dell’Osservatorio “Verona” sulla cima di Q. 235 del Kremenjak (foto M. Moro)
Dopo il periodo invernale, dove le grandi offensive furono sospese, gli italiani e gli austro-ungarici
si affrontarono ancora una volta sulle pietraie della Quota 208 Sud nel corso della Decima Battaglia
dell’Isonzo che, sul fronte carsico, ebbe inizio alle ore 16,00 del 23 maggio 1917. Dopo dieci ore di
bombardamento, le fanterie italiane andarono all’attacco conquistando finalmente, dopo violenti
combattimenti, le quote 208 Sud e 235. I successivi contrattacchi, condotti con estremo valore dai
soldati austro-ungarici, non recuperarono tuttavia il terreno perduto: le Quote 208 Nord e Sud, e la
Quota 235 rimasero in mano italiana fino all’ottobre 1917 quando, in seguito ai fatti di Caporetto,
furono abbandonate.
Per approfondire l’argomento:
DARIO MARINI DE CANEDOLO, Il sentiero militare ABRAMO SCHMID- Tra Carso Triestino e
Isontino dalla storia antica alla Grande Guerra aspetti naturali e speleologia, GSF – Gruppo
Speleologico Flondar, Duoino-Aurisina 2009.
E. CERNIGOI, F. CUCINATO, G. VOLPI, Sui sentieri della Prima Guerra Mondiale alla ricerca
della storia, Edizioni della Laguna, Monfalcone, 1999.
E. CERNIGOI, I tracciati delle Trincee della Grande Guerra – I. La conquista del Carso di
Comeno, Gaspari Editore, Udine, 2006.
A. SCRIMALI – F. SCRIMALI, Il Carso della Grande Guerra – Le trincee raccontano – Vol.1,
Edizioni Lint Trieste, 1998.