LA TAM SI E’ SOLTANTO POSTA IL PROBLEMA…
Domenica 20 settembre, circa 70 soci appartenenti a 12 Sezioni CAI, si sono incontrati a Leonessa (RI), pittoresca cittadina posta alle pendici del Monte Terminillo, per la seconda escursione promossa dalla Commissione TAM della Regione Lazio del Club Alpino Italiano e messa in calendario sin dall’autunno 2014.
Lo scopo, analogamente a quanto fatto nell’escursione dello scorso luglio, era quello di sensibilizzare i nuovi titolati regionali, così come i soci CAI partecipanti, verso alcuni problemi che affliggono le nostre montagne. In particolare il fine dell’escursione settembrina era quello di mettere in risalto il danno prodotto sui sentieri di montagna dal transito di mezzi motorizzati.
Ma raccontiamo l’escursione: il gruppo, radunatosi all’incontro prestabilito presso Porta Spoletina, viene a conoscenza dell’ordinanza del Sindaco, emanata la sera precedente, che inibisce al transito motorizzato la Strada Provinciale SP10, di collegamento fra Leonessa e Terminillo.
Le forze dell’ordine spiegano ai partecipanti che tale misura restrittiva si è resa necessaria in quanto gli organizzatori del raduno motociclistico (Motocavalcata di Leonessa) e gli amministratori locali hanno ritenuto l’escursione TAM organizzata col fine unico di ostacolare la manifestazione motoristica. Nella realtà la Commissione TAM, più di un anno fa, si è semplicemente posta il problema di mostrare ai propri Soci come restano vive nel terreno le ferite inflitte dalle pesanti ruote tassellate delle moto da enduro e come quei luoghi rimangono fortemente segnati anche a distanza di tempo.
Pertanto, armato da intenzioni positive, il gruppo ha deciso di perseguire il proprio proposito didattico. Dopo un breve spostamento in macchina, ha intrapreso l’escursione lungo la SP 10, percorrendo circa 3 km di asfalto fino all’inizio del Vallone del Rio Fuggio.
La bellezza degli scenari del SIC IT 6020006 “Vallone del Rio Fuggio” che si sono svelati dinanzi agli occhi dei partecipanti ha fatto dimenticare al gruppo la strada percorsa ed il senso di fastidio per essere stati considerati dei potenziali eversivi in grado di mettere a rischio l’ordine pubblico.
Uno splendido inizio di escursione, con varietà vegetali e animali tipiche della regione appenninica, quali “Faggeti degli Appennini a Taxus e Ilex (tasso ed agrifoglio), “Formazioni erbose calcicole alpine subalpine”, ma anche “Sorgenti pietrificanti con formazioni di travertino”.
Dopo aver percorso quasi per intero il Vallone del Rio Fuggio, l’escursione è proseguita costeggiando i monti Versanello e la piana di San Bartolomeo, fino al Passo del Lupo, ridiscendendo poi per la Vallorgano.
Nel tragitto percorso i partecipanti si sono imbattuti con un pezzo di storia che caratterizza molte delle nostre montagne: i “cippi” o colonnette di confine, ovvero delle colonne che delimitano l’antico confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio.
La realtà degli intenti e la correttezza dei partecipanti ha dimostrato ingiustificate le paure dell’amministrazione locale che immaginava i soci CAI (nella maggior parte tranquilli signore/i di mezza età) come degli hooligans, pronti a mettere in opera qualche azione di ritorsione nei confronti dei motociclisti.
In diverse occasioni i soci CAI si sono imbattuti nei motociclisti accorsi alla motocavalcata e in ognuna di esse si sono ordinatamente disposti sui lati del sentiero per permettere il passaggio delle moto, con anche inattesi scambi di saluti, confermando ancora una volta la natura squisitamente didattica dell’escursione TAM.
I soci sanno bene quale sia la posizione del CAI circa l’utilizzo dei sentieri: divieto assoluto di esercitare il turismo motorizzato quale 4×4, quad, enduro, trial, etc. su mulattiere, sentieri e fuori dai tracciati appositamente autorizzati, per il rispetto dell’ambiente ed al fine di evitare fenomeni di dissesto e garantire la sicurezza degli utenti; questo non comporta però che i titolati TAM debbano tentare di bloccare in qualsiasi modo lo svolgimento di un raduno motoristico.
La TAM si è solamente posta il problema… del resto l’uso di mezzi motorizzati sui sentieri di montagna è sempre più diffuso nonostante le denunce e le prese di posizione fatte dalle associazioni ambientaliste; escursioni mirate come quella di domenica costituiscono un opera di sensibilizzazione e di educazione ambientale per i soci e di confronto con chi ha interessi contrapposti e nel tempo potrebbero portare a trovare INSIEME il modo di coesistere, scevri da ogni pregiudizio.
Monica Festuccia