Il Club Alpino Italiano Gruppo Regionale Emilia-Romagna APS a fianco della RegioneEmilia-Romagna nella posizione assunta riguardo all’eolico industriale

Bologna, 31/10/2025 – Il Club Alpino Italiano Gruppo Regionale Emilia-Romagna, manifesta il proprio deciso appoggio alla Regione Emilia-Romagna, al suo Presidente Michele de Pascale e alla Assessora all’Ambiente Irene Priolo per l’impegno dichiarato – oltre a quello già profuso sinora – per fermare la realizzazione del maxi-progetto di impianto eolico industriale “Badia del Vento” in prossimità del Comune di Casteldelci (RN), con impatti anche sui Comuni di Verghereto (FC), Sant’Agata Feltria (RN), Pennabilli (RN), oltre che su numerosi Comuni toscani, al fine di prevenire il degrado ambientale e il depauperamento paesaggistico di quella preziosa porzione di territorio al confine tra Emilia-Romagna e Toscana.

Il CAI Emilia-Romagna ritiene che i numerosissimi progetti di impianti eolici industriali di cui sono state richieste autorizzazioni sull’intero crinale appenninico emiliano-romagnolo, al di qua ed immediatamente al di là del confine regionale – impianti che hanno un evidente altissimo impatto paesaggistico e molteplici impatti ambientali – non possano e non debbano essere autorizzati meramente nel nome di una semplicistica adesione
ad un principio generico di transizione energetica ad ogni costo: la transizione energetica non può venire sostenuta sacrificando l’ambiente e ignorando le istanze delle popolazioni che vivono sui territori interessati dai progetti.

Il CAI Emilia-Romagna, fedele all’impegno assunto dal Club Alpino Italiano nazionale con il proprio “Bidecalogo” e con i “Documenti di posizionamento” della propria Commissione di Tutela Ambiente Montano, intende vigilare affinché sia verificato che ogni ipotetica nuova realizzazione non arrechi gravi danni all’ambiente e dimostri preventivamente la propria effettiva sostenibilità ed efficacia produttiva.
Infatti, anche per effetto degli ingentissimi incentivi statali (che possono coprire fino alla metà dei costi di costruzione attraverso crediti d’imposta, finanziamenti poi puntualmente scaricati sulle tasse dei cittadini), negli ultimi tempi si sta assistendo ad un moltiplicarsi di progetti per la realizzazione di questi generatori eolici su tutta la dorsale appenninica, un vero e proprio “assalto alla diligenza” che, se attuato, cambierebbe per sempre il paesaggio dell’Appennino e ne devasterebbe l’ecosistema.

Per il nostro sodalizio la difesa dell’ambiente naturale montano è prioritaria, poiché proprio alla sua integrità e naturalità sono dovute le scelte di chi pratica quel turismo lento e sostenibile che è motore economico fondamentale per le “terre alte”: i frequentatori della montagna richiedono un ambiente naturale intatto ed è surreale confrontarsi con proposte pretestuose che tentano di proporre gli impianti industriali di elettrogenerazione eolica quali possibili attrattive turistiche.

Il crinale appenninico, per il CAI Emilia-Romagna, è meritevole di particolare tutela, sia per la sua bellezza che per la sua fragilità, che è emersa in modo eclatante a seguito delle alluvioni degli ultimi due anni. Va in ogni caso respinta in toto l’affermazione – quasi offensiva – che, poiché i paesaggi stanno già cambiando profondamente a causa degli impatti del cambiamento climatico che fanno franare le montagne e mutare le caratteristiche dei
paesaggi rurali, allora si possano ulteriormente penalizzare riducendoli a meri terreni utili per installazioni industriali “ridipinte” di verde… Peraltro, proprio la fragilità del territorio fa temere fortemente non solo per la realizzazione delle torri eoliche ma anche e soprattutto per la costruzione delle infrastrutture che necessariamente le accompagnano: alla realizzazione degli aerogeneratori, infatti, si associa la costruzione di grandi strade di arroccamento, elettrodotti per raggiungere la rete Terna di distribuzione elettrica nonché cabine e stazioni elettriche, opere invasive che non possono che ulteriormente stremare un territorio già di per sé così vulnerabile.

Il CAI Emilia-Romagna, emanazione regionale di una associazione di protezione ambientale – il Club Alpino Italiano è stato riconosciuto come tale dal 1987 – dichiara chiaramente la propria posizione, che muove dall’imperativo di non appiattirsi su posizioni ideologiche acritiche: la transizione energetica non può essere una questione di “senza se e senza ma”.
Solo con valutazioni puntuali e non aprioristiche dei costi – anche ambientali – e dei benefici si può prendere in considerazione se dare avvio a realizzazioni che siano effettivamente produttive e con ricadute tangibili anche per le popolazioni locali e non semplicemente le ennesime opere ammantate di un ecologismo di facciata ma in realtà funzionali alla speculazione ed all’affarismo.