Galtellì Sentiero Italia Cai. Tavolozza di colori, tecnologie, aspro bianco calcare.
Il Sentiero Italia Cai, va. Sui nostri zaini, battuto dai nostri scarponi. Brezze lievi di storia avvolgono la cattedrale di Galte, stamane 16 Dicembre 20. Risuona l’eco tiepida di invocazioni di donne e dame, chine sul basalto nudo della Chiesa. Il bianco del calcare del Tuttavista incrocia il blu nascente. Pronti con GPS, fogli rigati per segnare e definire il tratto dalla piana al versante Est, oltre la grande Croce di bronzo. Con Carlo Melis, Pasquale Muscau, i Cai di Galte, Paolo, Salvatore, Peppe. Linguaggio tecnico, punti tappa, luoghi di posa, incroci, frecce direzionali, segnaletica orizzontale e verticale. Tracciamento, collegamenti, paesaggi, cultura. E il borgo medievale non lesina cultura. Il suo volto accarezzato o schiaffeggiato dal serpente d’acqua che scende con le sue anse e contorsioni dalla piana di Santu Martine. Lambendo i resti muti di Torpè Ispertu. Lo ha cancellato la peste del ‘600. Rimangono forse solo lacrime di donne che chiedevano rifugio nei vicoli stretti attorno alla chiesa maestosa dei vescovi e le loro tabarre austere del comando. Pensieri che ci accomunano sulle curve di Taraculi per iniziare la salita. Ripido il balzo a Mandr’e Caddos, con la finestra de Atha ‘e Su latrau. Si spalanca sulla valle verde e sui villaggi attorno, da Loculi, Irgoli Onifai. Sotto, Galte galleggia nelle nebbioline del mattino. Laggiù ondeggiano le canne al vento di stilemi della poesia di Grazia. Su Ghirghizone sulla destra e la Croce sempre più maestosa e vicina. Allarga le braccia, avvolge, indicala direzione, grida speranze di stagioni nuove. Spartiacque tra oriente e occidente. Orizzonte del mare. Si perde nell’infinito l’ansa del fiume, dove Tommaso Moiolu, eroe contadino, respinse e ricacciò le orde barbaresche. I forconi ebbero la meglio sulle scimitarre a mezza luna. Il resto è storia recente. Cave che graffiano con violenza la montagna. In un drammatico, epocale inquietante interrogativo senza risposta: ambiente integro o lavoro e redditi ? Il Sentiero Italia prosegue sulla cresta, sfiorando il blu, e inizia la discesa, dura, aspra. Scenari di bellezze struggenti, con la cittadina di Orosei accovacciata tra mare e montagna. Ci ferma la muraglia bianca. Sa Fraicata. Da interpretare, da capire. Richiama fortilizi del Neolitico superiore. Il calcare bianco, muto, quante storie vorrebbe raccontare. Come sa Conca Ruia incastonata sulla parete di roccia rossastra. Custodisce le Domus come scrigno di Storia impressa e non calata nell’oblio senza tempo. Punto tappa, chiesa diroccata, con pietre narranti di Santa Maria ‘e Luddusio. Tutto definito, sui fogli a quadri, sugli smartphone, sul GPS- Ma il Sentiero Italia Cai ci sfugge. Prosegue la sua corsa. Lo aspetta SaTintura, Monte Irveri, sa Pruna e Ottulu, Ilodei Malu e le falde innevate del Bruncu Spina. Scappa, ma noi lo ritroveremo.
Matteo Marteddu
Dicembre 2020