Intense giornate di formazione per il CAI Sardegna. REPORT.
Cielo blu intenso sopra i corsisti ASE di CAI- Sardegna. Così li ha accolti Orotelli questo 20 Novembre 2021, a ridosso dei rocciai sparsi attorno al Centro Storico. Nel rione di Santa Ruche con le architetture del 1700 che raccontano storie di contadini, religiosità profonda e attualità incastonata nei nostri tempi. Aula moderna, cablata e con strumenti per svolgere bene il compito che ci si affida. Dedicata al sindacalista CGIL, orotellese, Franco Pintus, tutore dei dritti e del lavoro, gli è stata tolta la vita in una nottata buia, su stradina sterrata in Ogliastra. Entriamo di buon mattino e la sala respira ancora di racconti lontani. Da Monte Granatico dell’età giudicale, a chiesa di Santa Ruche in pieno medioevo, a luogo di dibattiti per cooperative delle terre, a sede storica del partito politico PCI. Tanto è passato sotto le volte in legno chiaro incrociato. 18 corsisti, animati da volontà di apprendere e partecipare al percorso di crescita culturale comune dentro il CAI Sardegna. Arrivano dalla sezione di Cagliari, Nuoro- Ogliastra, Sassari- Gallura. Puntuali con il block-note da riempire di appunti, riflessioni, domande, interrogativi, incertezze. Introduzione del presidente di CAI Sardegna, Ringrazia in particolare chi ha reso possibile il Corso ASE. Dal CDR – Sardegna, Fabio Pau (OTTO), il direttore Marino Bussu che con generosità ha messo a disposizione il suo tempo e le sue competenze di ANE, al Coordinamento con Pierina Mameli e Silvana Usai. Il saluto a tutti i corsisti che hanno riversato il loro impegno e le loro risorse morali, intellettuali e materiali. Gratitudine ai docenti: Pier Francesco Boy, Alessio Saba, Gesuino Onida, Claudio Simbula, Marco Marrosu, Matteo Cara, il CNAS. Graditi i Saluti del sindaco del paese, Toni Bosu. Ha richiamato il ruolo del CAI e la volontà della sua amministrazione di avvicinarsi nel concreto ai temi della sentieristica con percorsi già in via di definizione. Marino Bussu presenta il valore e i contenuti del corso, così come indicato dai quaderni e dagli indirizzi del CAI centrale. Si sofferma in particolare sulle caratteristiche e sul significato di accompagnamento, di affidamento, di supporto alle attività didattiche sezionali, sulle tipologie dei sentieri, su ciò che il corso chiede agli allievi e sugli obiettivi che si intendono raggiungere con la metodologia del dialogo continuo. Marino pone l’accento sul ruolo del qualificato ASE come figura base dell’escursionismo. La qualifica consente all’ASE capacità di interpretare e diffondere l’escursionismo secondo i princìpi del CAI. Opera nelle sezioni, investe di organizzatore dell’attività escursionistica, collaborando con gli AE al fine di diffondere ai soci i valori culturali di cui è portatore. Può, laddove richiesto, collaborare sotto la super visione di un titolato di 1 e 2 livello nella didattica all’interno delle sezioni. A Pier Francesco Boy l’approfondimento dei termini sulla “responsabilità nell’accompagnamento in montagna” e sulle connesse coperture assicurative. Entrando in medias res, Pier Francesco fornisce agli allievi riferimenti precisi sul concetto di “ rapporto di accompagnamento” sui più stringenti significati giuridici e sui presupposti necessari perché si entri in un quadro di specifica “responsabilità” (penale, civile, contrattuale ed extracontrattuale, amministrativo disciplinare), con le conseguenti sanzioni. Vengono inoltre indicate le “buone patiche” alla base della riduzione del rischio, e descritti gli aspetti concreti delle polizze assicurative vigenti per la copertura dei rischi nella pratica della attività in montagna. Con il suo intervento, PF Boy ha inteso contribuire all’acquisizione da parte dei corsisti, di una sempre maggiore consapevolezza di quanto connesso alle attività di accompagnamento, in termini di assunzione di responsabilità, doveri di protezione e rispetto dell’affidamento di chi si rivolge al CAI per la frequentazione in sicurezza degli ambienti montani. Appassionata la comunicazione di Claudio Simbula sul valore della cultura e dell’etica in ambiente montano. Con la sua frequentazione, lo studio e la conoscenza come obiettivo comune e base culturale comune. Claudio si sofferma sui concetti di Libertà, Responsabilità, Abuso. “La libertà si trasforma in abuso quando le nostre azioni vanno a scontrarsi con le libertà degli altri. Non può esistere libertà se non si è responsabili del proprio comportamento. Non possiamo essere responsabili del nostro comportamento se non possediamo le conoscenze necessarie per la frequentazione della montagna”. Claudio si è inoltre soffermato sui temi del volontariato, dell’autodisciplina e della educazione alla cultura del limite. Valori da declinare all’ interno del CAI e dei quali gli ASE si sentiranno in qualche modo responsabili. A Gesuino Onida, responsabile per il CDR del Sentiero Italia e della RES, il compito di offrire l spaccato delle attività oggi in corso nella nostra Isola. Il Sentiero Italia è la dorsale fondamentale che percorre l’intera Sardegna. Unisce come una trama aree e territori nel cuore di ogni escursionista, dal Supramonte al Gennargentu, partendo dalla Gallura e raggiungendo l’area del Campidano. 28 tappe, 181 Km nel sassarese, 323 nel Nuorese, 112 Cagliari. 616 Km di emozioni. Per la sua definizione è imprescindibile l’accordo con l’Agenzia regionale Forestas. Con cui si collabora e si stringe il rapporto di Governance di tutta la sentieristica, a partire dagli sportelli territoriali, rafforzati dalla legge Regionale 16 del 2017 e dalle linee guida e regolamento attuativo. Onida si è quindi soffermato sulla classificazione dei sentieri, T-E-EE-EEA, rappresentandone le rispettive caratteristiche o difficoltà. Comunicazione quella di Onida che fà sentire protagonista tutto il CAI Sardegna. Le suggestioni infine di Marco Marrosu e delle sue slides. La Sardegna, sottolinea Marco, è una delle regioni italiane più ricche di aree protette, con conseguenti impegni per la gestione delle attività outdoor e il pericoloso sfruttamento di habitat fragili, corsi d’acqua, pareti rocciose violate da impianti abusivi, flussi incontrollati di escursionisti, sulle dune di sabbia, e mezzi motorizzati su sentieri di grande valore storico. Compito del CAI sostiene Marco, è far conoscere, vivere l’ambiente, rispettarlo, proteggere le specie che vi abitano. Il corso ASE, conclude, è opportunità di confronto, porsi domande, interrogarsi, mettersi in discussione per raggiungere obiettivi coinvolgenti e impegnativi. Il dibattito e la partecipazione degli allievi è il suggello a queste considerazioni. Con le puntuali osservazioni di Pierina Mameli, vicepresidente regionale CAI, di Silvana Usai, di tutti i corsisti ciascuno dei quali porta la ricchezza della propria esperienza maturata nelle varie realtà delle sezioni e sezioni gemmate. L’appuntamento è per SABATO 27 NOVEMBRE. Prova pratica sul campo tra rocciai e aree alberate, sentieri di origine antica, contadina e pastorale, e con le comunicazioni finali nel centro “Franco Pintus”, affidate a Matteo Cara, Alessio Saba, CNSAS e Marino Bussu.
NOVEMBRE 2021