Squarciare le nebbie e aprire gli orizzonti a Or Murales. Cai Sassari
Lo chiamano Su Marinu, a Dorgali. Quella nebbia fitta che sale dalle coste di Gonone e si abbatte improvvisa sul paese. Stamane 30 aprile, per gli escursionisti del Cai Sassari, Su Marinu è uno stato dell’anima. Perché avvolge i pensieri sulla 125 verso Sa Portisca. Quella nebbia fitta che ci rende gracili. Che intorpidisce scarponi e orizzonti già avvolti da silenzi. Senza tempo. Sono con loro, con la determinazione di fendere ostacoli. La direzione meticolosa, niente lasciato al caso, affidata a G. Onida, B. Ledda, T. Piras, G. Pais. Uomini d’antica progenie di Cai Sassari. Dirigono e propongono le varianti decise dal fato, nella giornata chiusa dalle incertezze del meteo fuori riga. Eppure, si va. Dal presidio di Forestas, bella accoglienza dell’operatore di turno. Or Murales, sito nuragico, con i suoi segreti nascosti, tra le pietre delle centinaia di abitazioni, accarezzate dalle fronde dei lecci umidi e piangenti. Rocce scivolose come le nostre paure. Si va. Tra ovili scolpiti da architetti senza nome, su mulattiere e carrarecce che respirano acre di carbone spinto verso la codula per approdare alla Cala ‘e llune e perdersi nel mondo. Quelle Colonne d’Ercole sconosciute ai sardi del Sopramonte di Urzulei. Sa Tilimba, nome gentile di archeologia mitica, per indicare un intreccio confuso di ginepri a definire ciò che rimane di un ovile proiettato all’infinito del baco nascosto. Rio Su Cardu Pintus, Monte Istagiau. Toponimi fuori da Google maps. Pioggia battente, libera fatiche e sentimenti. Ci troviamo tutti, riscaldando i cuori attorno al caminetto. Col Cai Sassari, uomini e donne nel segno di una comunità dalle radici solide. Grazie a tutti.
Matteo Marteddu
30 Aprile 2023