BIKERS IN BARBAGIA . OROTELLI CENERE SUDORE ROCCE E SPERANZE 2025

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Nel paese di Barbagia invasione di cicloescursionisti del sud Sardegna.

Sessanta ciclo escursionisti, donne e uomini, hanno invaso sabato il centro di Orotelli e i rocciai circostanti. Fanno parte della associazione Supramonte x-Wild, coordinata da Antonio Marino di Selargius. Si sono dati appuntamento, con la collaborazione di CAI Sardegna, nel paese della Barbagia per esplorarne le parti più interne e più suggestive ad iniziare da quello che loro stessi hanno chiamato “Il giardino di roccia”. Sono arrivati in massa dal sud della Sardegna in particolare dall’area di Cagliari. Richiamando nel loro linguaggio sopra le due ruote, massi granitici, sculture della natura, tifoni con sembianze di alberi, visi, animali e funghi. Con le loro multicolori mountain bike hanno di buon mattino occupato la piazza San Giovanni e ridosso della chiesa monumentale romanica, per avviare il percorso lungo le vie strette del centro storico del paese. Sino alla parte bassa di Mussinzua con i luoghi simbolo della piana del granaio sino agli anni sessanta del secolo scorso. Attraverso sentieri impervi hanno raggiunto la chiesa campestre di Sinne per scollinate verso quella che viene definita l’attrazione naturale d’eccezione, Sa coveccada, il fungo di pietra individuata come vera opera d’arte. Da quelle parti i Cicloescursionismo hanno potuto toccare con le ruote delle loro bici, le tracce del devastante incendio dell’estate scorsa, ben visibili nelle vaste aree incenerite e nei graniti denudati della vegetazione che li ricopriva. “ Abbiamo voluto in tanti, venendo da lontano, dice il coordinatore dell’associazione Antonio Marino, portare  un segnale concreto di pedali e di gambe oltre che di cuore, per la ferita profonda che non sarà cancellata entro qualche generazione, in questo territorio. La ferita ci colpisce nel profondo come tutti coloro che qui lavorano e che comunque sotto diverse forme conservano ambiente e natura”. Interesse negli sguardi chini sui manubri di tanti uomini e donne, al passaggio nei sentieri ora appena abbozzati e che hanno rappresentato la rete di collegamento per secoli della civiltà contadina.  Si è’ accesa la curiosità per le storie racchiuse nelle chiese campestri di San Giorgio, Sant’Elia,  San Pietro con i ruderi affioranti dell’antico monastero e per il vasto repertorio di archeologia sul loro passaggio, dai nuraghi di Cucculichima e Corvove, sino alle piane della parte alta del paese. “ Può’ essere un altro inizio? Dice Matteo Marteddu del direttivo di Cai Sardegna che ha dato una mano. Non so. Ma ho visto il fiorire di nuovo entusiasmo e attenzione dalla grande città verso questi luoghi che nei silenzi raccontano storie antiche e anche drammi recenti. Buona la prima”.

9 Dicembre 2024

Matteo Marteddu

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