L’Estate del CAI sul Supramonte. Sentieri e Archeologia tra Orgosolo, Urzulei e la porta d’Ogliastra.
Due giorni nel cuore del Supramonte tra Orgosolo e Urzulei. 18 e 19 Giugno infuocato, alla vigilia del Solstizio d’Estate. Ogni passo racconta una storia, per i soci CAI col presidente regionale Matteo Marteddu, Francesco, Giuseppe, Michele, Antonio. Sentieri tracciati, con sperimentata e dettagliata segnaletica CAI, nel lavoro intenso degli operatori dell’Agenzia Forestas. Si corre con impegno a realizzare la Rete Escursionistica di Sardegna, con ordine e competenza. E da queste parti, dalla caserma di Montes, inseguendo il Sentiero Italia che arriva da lontano. Con i suoi simboli, nei silenzi e nei tratturi disegnati in maniera non invasiva, sulla cultura di pastori e caprai. Tra Monte Fumai e Monte Novo, incrociamo il Sentiero Italia e lo lasciamo nella sua corsa verso Corr’e Boi e il Gennargentu. Il Flumineddu nelle zone di Badu Osti, sacrario di silenzi e solitudini. Ciottoli arsi e nel gioco del fiume. Viene giù da sa Muidorgia, formando pozze di incredibile limpidezza, per poi scomparire e riapparire. Sino a s’Inguttidorgiu in un flusso di mistero che forse va a valle, Gorroppu o nel buio di Sa Rutta e S’Edera nelle piane aride di Fennau. In quel complesso nuragico tra il Nuraghe Perd’e balla e le tombe di Gigante, allineate quasi in visuale mistica con il torrione di San Giovanni. Fermarsi lì, sui megalitici di Fennau, tra il richiamo alle genti della prima età del ferro, quando avevano il senso del dominio dei paesaggi, della natura, delle acque, nel rispetto assoluto dell’intreccio tra uomo e natura. Luoghi raccolti tra le cime di Pisaneddu. Genziana, le creste di Urzulei, degradanti verso Gorroppu, Sa Giuntura e Sedda ‘e ar baccas. Guida i soci CAI, nell’immenso Campu Oddeu, come un sottile filo d’Arianna, il sentiero 501, con l’impegno evidente, intenso degli operatori Forestas Ogliastra. Lo ritrovi tra i radi boschi di lecci sopravvissuti alla catastrofe delle piazzole del carbone che ti inseguono come incubo delle storie distruttive di Sardegna. Lo perdi, talvolta, perché necessita di interventi di completamento. Lo ritrovi sull web, cammini sopra il filo rosso del GPS. Si accosta alle sorgenti di Funtana Saguilargia, lambisce le aspre guglie di punta Orotecannas. Prima che finisca la sua corsa nella pineta di Urzulei, incrocia il rifugio di Lampatu. Punto di accoglienza e di intensa gentilezza del gestore. Chi mette piede qui, soci CAI o escursionisti d’ogni dove, dopo 10 ore di solitudini e fatiche nel Supramonte, sa che deve tornarci. Perché avanza la costruzione della Rete Escursionistica di Sardegna.
Giugno22 Matteo Marteddu