CAI “Eleonora”- Oristano riparte dai sentieri del Barigadu, sguardo sui paesaggi e occhi rivolti alla Storia.
Il Club Alpino Italiano riparte dalla sezione “Eleonora”- Oristano. Gemmata da Nuoro, la Sezione, da appena pochi mesi ha messo in campo attività e organizzazione escursionistica dal Barigadu, al Montiferru, al Monte Arci all’oristanese. Presieduta da Alberto Ribotti, giovane ricercatore del CNR, si avvale della collaborazione di diversi soci. Studiano e tracciano, anche in raccordo con Forestas, una nuova rete di sentieri per tutto il territorio. Questi i presupposti per i circa quaranta partecipanti alle fatiche del camminare, domenica scorsa, 23, zaino e scarponi sui terreni impervi di Canales- Ardauli. Coordinata l’escursione da Mimma Deiana, nota veterinaia tra le aziende agricole del Barigadu e il Mandrolisai, ha visto la partecipazione di soci CAI dalle Baronie, Barbagia, Gallura, Oristanese. Presente il presidente regionale CAI, Matteo Marteddu. Una mano fondamentale per la preparazione del sentiero l’hanno fornita i ragazzi di Ardauli, da Mario a Omero, Giuseppe, Yo. Nel rispetto delle norme anti Covid, la lunga fila, in due gruppi si è radunata a Culunzu ‘e Crabas, ingresso del paese, per affrontare subito il discesone su scaloni di trachite scolpiti su roccia. Binarzu, Sas Iscalas de su para, Traessile e Molinu. Da sfondo il maestoso monolite scavato con venature di storie antiche, richiamanti il Neolitico superiore. I ruderi dell’antico mulino ad acqua raccontano ancora l’epopea della fatica di contadini. Tra questi anfratti, oggi quasi nascosti, portavano, grano dalle alture de Sa tanca ‘e Sas Animas, da Costas de Frorosa e Otzidai. Fà buona guardia ciò che resta de Su Casteddu’e Brogariu. Punto di osservazione sul lago Omodeo, sui primi tornanti verso la Barbagia, sul Marghine e Sul Montiferru e Guilcer. Ancora trasuda di conflitti, trame e sangue nei confini a nord del Giudicato d’Arborea. Franosa e impegnativa la discesa de sa Conca ‘e Su Carrazu, verso il ponte sul Rio Cannas Boele, per la dura risalita sul Sentiero Malochis. Si apre lo spazio tra vegetazione e natura che tutto si è ripresa. Da qui, lastre di trachite levigate dal tempo, è passata la grande storia di Ardauli. Contadini, donne con ceste sul capo per vendere i prodotti nei paesi sul versante alto del Tirso, lavoro e sudore tra vigneti e oliveti, lacos su lastre di pietra per pigiare l’uva di vitigni ancora a metà selvatici. L’escursione si è conclusa con i dirigenti CAI impegnati a discutere su nuove iniziative per rilanciare, nel dopo pandemia, il programma 2021.
Matteo Marteddu
Maggio 2021