Una Croce sul Corrasi. Gli amici del CAI Nuoro e la famiglia ricordano la tragica fine di Giovannino Fenu. Alpinista che esplorava la montagna sarda.
Anche quel giorno, tra il 3 e il 4 Novembre del 1965 era uscito di casa, attratto fatalmente dalla sua montagna bianca. Giovannino Fenu, poco più che trentenne, sposato, due figlie, uno diquattro anni, l’altra di pochi mesi. Alpinismo, passione infinita da combinare col suo lavoro nelle stanze del vecchio palazzo della Previdenza Sociale, nel collo dell’imbuto di via Manzoni in città’. Veniva da Bitti e proprio per quella passione per l’ arrampicata, riteneva Nuoro, pastorale e contadina, città e campagna, troppo stretta. Allora le sue vacanze in Val D ‘Aosta o sulle Dolomiti. Lì, su quelle montagne vere, la conoscenza di Bonatti, al quale il Comune di Nuoro ha dedicato una via, gli aveva acceso cuore e nuova passione. Utilizzava gli strumenti di allora, corda e calata in corda doppia, senza sistemi di bloccaggio. Doveva raggiungere il gruppo di amici, quel giorno di Novembre, nella valle di Lanaitho, gruppo grotte costituito, già’ numeroso. In solitaria, parcheggia l’utilitaria a scala e Pradu e si orienta su un itinerario personale. Lo hanno aspettato la notte a Lanaitho. La moglie ha dato l’allarme. Dopo ricerche, anfratti e pietraie, lo hanno rinvenuto ai piedi de Su Puntale ‘e Brancoi, lato sinistro del Corrasi e Carabidda, sotto Ortu Caminu. Aggrappato alle sue suggestioni, vicino a Nurra Sas Palumbas e Sos Ostis. E’ caduto abbracciato al calcare. Non era riuscito a costituire la sezione CAI. Un gruppo di suoi amici hanno raccolto il testimone, costituendo la sezione e dandole il suo nome. Sono alcuni di questi amici, storici costituenti del Cai Nuoro, i quali dopo ricerche non facili sul campo, e ricerche d’archivio dei familiari, hanno individuato, i giorni scorsi, il punto esatto della tragedia del 1965. Insieme a rappresentanti della famiglia hanno voluto suggellare quel tempo, accostando a quel picco di calcare, costata la vita a Giovannino Fenu, una croce in legno, di fattura artigianale, con la data della morte violenta e con il simbolo stilizzato del Club Alpino Italiano.
Marzo 2021
Matteo Marteddu