Rifugi aperti e gestiti in Sicilia: contro l’abbandono delle Terre Alte

entinaia di edifici pubblici, situati all’interno di aree protette e terreni demaniali, sono stati ristrutturati negli ultimi anni in Sicilia grazie a fondi europei destinati allo sviluppo delle zone interne. Tuttavia, molte di queste strutture restano chiuse e inutilizzate, nonostante siano di proprietà pubblica, come quelle gestite dal Dipartimento Sviluppo Rurale della Regione Siciliana, dagli Enti Parco e dai Comuni.

Il CAI Sicilia lancia un appello affinché questi edifici siano resi stabilmente accessibili agli appassionati di montagna. Inoltre, chiede che una parte delle strutture venga affidata in concessione a cooperative, associazioni e privati per garantirne una reale e pubblica fruizione. Troppe porte, infatti, rimangono sbarrate sulle montagne siciliane, privando i visitatori di luoghi di accoglienza essenziali.

Per sensibilizzare su questo tema, domenica 12 gennaio i soci del Club Alpino Italiano organizzeranno sit-in in cinque luoghi simbolo delle aree interne siciliane. I presidi si terranno presso:

Una riflessione che ci porta dritti in Sardegna. Non ha ancora trovato applicazione la legge n°14/2023, da noi condivisa anche in fase di elaborazione e riguardante la disciplina su rifugi e bivacchi. Potrebbero, in assenza di definizione e scelte ponderate e messe a terra, andare perse tante oppunrtanità derivanti dagli interventi sui compendi forestali, antichi ovili ristrutturati e compessi edilizi dei comuni e delle comunità montana. Insomma risorse che andrebbero in fumo invece di costituire i punti di attrazione nella vasta Rete Sentieristica di sardegna compreso il Sentiero Italia Cai. Attendiamo risposta- mm

DORGA 5 - CAI Sardegna