Non è facile ricapitolare in poche righe questa vicenda di devastazione ambientale e di arroganza istituzionale all’ombra delle Apuane.

È accaduto che dopo un contenzioso ultra trentennale tra i frazionisti (i proprietari dei terreni che nell’insieme costituiscono un uso civico) e la Henraux SpA è intervenuto il Commissario agli Usi Civici con una sentenza secondo la quale quasi 2 milioni di metri quadrati del M. Altissimo sono stati “erroneamente” iscritti al Catasto da Henraux come propri, ma sarebbero in realtà occupati e in parte già escavati senza alcun titolo valido, e quindi da restituire al Demanio collettivo e civico.
Questa sentenza è stata impugnata da Henraux che ha però voluto anticipare il pronunciamento, o forse evitarlo, promuovendo una richiesta di conciliazione che, a rigor di logica, avrebbe dovuto essere trattata dalla stessa Henraux con i frazionisti. Ma qui entrano in gioco il Comune di Seravezza e la Regione Toscana che hanno decisamente spostato l’ago della bilancia in favore della Henraux.
In buona sostanza hanno piegato leggi e sentenze in maniera da mettere fuori gioco l’ASBUC (l’organo di rappresentanza dei frazionisti) e rimettere al Sindaco ogni decisione. Il Sindaco ha così autorizzato Henraux a scavare per 10 anni circa 475.000 metri cubi, che nella più sfavorevole delle ipotesi renderanno 5 miliardi di euro, in cambio dell’elemosina alle casse comunali di 100.000 € all’anno per 10 anni, quale compensazione della rinuncia dei terreni di proprietà dei frazionisti, non del Comune.
Di fatto una espropriazione forzata, o un regalo, dipende dai punti di vista.
Ma la Corte d’Appello non ha avallato la mancata convocazione delle elezioni dell’ASBUC da parte della Regione, ha invece disposto che questa debba dare corso alla nomina della rappresentanza dei frazionisti e ha fissato una nuova udienza per il 4 marzo prossimo. E di nuovo gli Enti hanno giocato le loro carte per mettere fuori gioco i frazionisti: la Regione ha preferito riferirsi ad un Regio Decreto del 1928, dimenticando la propria legge del 2014 che dettaglia come devono essere svolte le elezioni dell’ASBUC, così da individuare i rappresentanti per sorteggio (tenutosi il 19 febbraio), non per elezione, e ha stabilito che si possono candidare non solamente i frazionisti, cioè i legittimi proprietari, ma tutti i cittadini di un’area piuttosto vasta, che potrebbero candidarsi per ragioni diverse da quelle dei legittimi proprietari.
La preoccupazione del CAI è che l’Altissimo e le aree sulle quali la Henraux intende estendere l’escavazione (il cui stile devastante è manifestato con la demolizione della Focolaccia e la distruzione del sentiero n. 31) siano tutelate per il loro evidente valore ambientale e paesaggistico.
La democratica costituzione della ASBUC sarebbe stata un passaggio importante verso questo obiettivo e verso la civiltà: questa vicenda ha scavato un baratro tra gli Enti e il rispetto dell’ambiente e dei cittadini, distanza che la Regione ha voluto marcare anche geograficamente, disponendo che il sorteggio si svolgesse a Grosseto, dall’altra parte della Toscana.
In questa regione, dove il Presidente considera le Apuane solamente un “giacimento economico” e non uno straordinario patrimonio ecologico, storico e paesaggistico, sembrano fiabe le disposizioni costituzionali che vorrebbero la «Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.» (art. 9) e che «L’iniziativa economica … non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale» (art. 41).
La Presidente – Benedetta Barsi