Rivista

Breve storia della nostra rivista “Adamello”

Ci pare utile, interessante e anche dovuto, nell’accennare ad una sintetica presentazione dei differenti volti assunti dalle forme che hanno caratterizzato l’editoria sociale della nostra Sezione, rendere onore a quanto scrisse, a tale proposito, un nostro carissimo socio, Silvio Apostoli, che tanto ha contribuito, con le sue ricerche e i suoi scritti, a riaccendere e a mantenere viva la memoria della storia della nostra Sezione e di molte delle figure di alpinisti e studiosi che attorno ad essa hanno gravitato.

Quanto di seguito è riportato fa parte dell’editoriale, pubblicato a sua firma in occasione dell’uscita del centesimo numero della rivista semestrale “Adamello”.

Al momento attuale, dicembre 2022, è da poco stato dato alle stampe il numero 132 della rivista.

A questo link potrete trovare tutti i numeri della rivista “Adamello” in formato PDF

adamello 1 - CAI Sezione di Brescia

ADAMELLO N. 1 – 1954

Direttore: Angelo Rota.

Coordinatore: Aldo Varisco, Segretario della Sezione.

Presentazione della rivista: Francantonio Biaggi, Presidente della Sezione.

Con la collaborazione di Cesare Bettoni, Emanuele Suss, Sandro Massardi, Lorenzo Ridolo, Mino Caggianelli

di Silvio Apostoli

Oggi, anno 2006, il periodico ADAMELLO raggiunge il numero 100, ed essendo un’edizione semestrale la sua prima uscita risale all’inverno 1954-1955. Da allora, e per 51 anni, il frontespizio della pubblicazione permane fino ai giorni nostri raffigurando il versante nord della cima, riprodotto qui a fianco. L’allora Presidente della Sezione, dr. ing. Francoantonio Biaggi, nella sua presentazione tenendo a battesimo il periodico, dopo qualche anno di silenzio, gli affida il nome della “nostra montagna: ADAMELLO” auspicando che il nostro “foglio non finisca … nel cestino”. Quell’invito alla collaborazione rivolto ai Soci non è stato disatteso. In questi anni di vita il periodico non ha variato l’impostazione, fedele alla consegna che gli affidarono i fondatori, taluni, purtroppo scomparsi.

L'”ADAMELLO”, come per i Bollettini che lo hanno preceduto, rappresenta la voce dei soci, per i soci.

È bene ricordare anche il passato con una modesta rassegna dei “bollettini” che si sono susseguiti sin dai primi anni della vita alpinistica della Sezione. Sin dal 1874 le ingiallite pagine ci parlano con la voce dei primi soci fondatori. Sono pagine gelosamente custodite nella biblioteca storica della Sezione che i nostri “vecchi” ci hanno trasmesso, una miniera di notizie, un condensato dell’alpinismo primi tempi che, già dal primo numero raccontano …

La rassegna inizia con il primo bollettino datato febbraio 1875 e si apre con la prefazione seguita dall’atto di costituzione della Sezione del 1874, e da tre sezioni di indirizzi che il sodalizio affida ai soci ed è interessante l’elenco di queste direttive: la sezione di storia naturale – la sezione economica, storica, artistica – la sezione fisico descrittiva. Le pagine seguenti relazionano su interessanti imprese alpinistiche, eroiche per quei tempi: una gita d’inaugurazione della Sezione che, in cinque giorni di cammino da Brescia attraverso la valle Trompia, la valle Giudicarie, il Garda e termina a Desenzano, a firma del Segretario del club Avv. Massimo Bonardi. Seguono altre relazioni di carattere alpinistico e naturalistico dalle firme prestigiose quali Don Giovanni Bruni, il naturalista prof. A. Piatti, il prof. Ragazzoni, Alfonso Pastori, già il primo Bollettino è tutto da leggere e … da imparare. Si tratta di dotte descrizioni in cui si intravede il letterato capace di trarre le sue impressioni di ciò che vede e sente percorrendo le montagne di casa nostra.

Nell’anno 1875 i soci erano 62, ed il bollettino li elenca diligentemente …

Il secondo Bollettino, datato maggio 1876, allarga l’orizzonte delle imprese alpinistiche per cui non poteva mancare la salita all’Adamello. Fu questa la prima ascensione della cima organizzata dalla Sezione, in cinque giorni dell’agosto 1875 partendo naturalmente da Brescia … in carrozza! L’ascensione, accuratamente preparata, nacque dal desiderio d’affermarsi con una ardita escursione, sollecitati dall’esempio della precedente comitiva Brhem. Lo straordinario valore letterario di questa relazione, autore il Sac. G. Bruni, ci riporta al tempo dei pionieri, ed è un piacere nonché ed un privilegio scorrere queste pagine che, a dire il vero, meriterebbero una copia anastatica. Questo secondo bollettino si completa con descrizioni sulla fisica delle montagne i cui autori si firmano Sac. G. Bruni, A. Piatti, G. Rosa, A. Bruni, Cap. Francesco Ruffoni.

Il terzo Bollettino viene emesso nel 1897. Vi è dunque un vuoto di 21 anni col precedente del 1876.

E qui il relatore, Avv. Fabio Glissenti si giustifica con una relazione sommaria sui lavori dell’ultimo decennio: una lunga sosta dovuta a “ragioni di indole economica” oltre che allo sviluppo della Rivista mensile della Sede centrale dove “è fatto largo posto anche agli interessi nostri”. Ma non si trattò di una sosta inattiva, occupata com’era la Sezione a realizzare i primi Rifugi alpini ed anche il Congresso Generale del CAI che si tenne nel 1883, ma questo è un argomento a parte.

Il Bollettino si completa con articoli vari riguardanti “l’Igiene dell’alpinismo” di D. Gio. Mori Uno studio geo-logico sull'”altopiano carsico di Serle” di G.B. Cacciamali, “Il monte ed il Santuario di Conche” di Rag. Davide Clinger ed una “Fisionomia delle Prealpi bresciane” di A. Cozzaglio. Il Bollettino del 1896 informa che i Soci sono ora 296.

Dal 1896 al 1927 per ben 30 anni la Sezione non emette alcun bollettino, né risultano comunicati rivolti ai Soci. Questo “vuoto” viene attribuito innanzitutto alle difficoltà economiche derivanti da diversi fattori: sono gli anni nei quali la Sezione è fortemente impegnata nella costruzione dei primi Rifugi alpini, il Salarno, il Gavia, il Garibaldi … La pubblicazione della prima Guida alpina dell’Adamello. Un programma che impegna tutte le forze, umane ed economiche, si gettano le basi per una attività che cresce sempre di più, alla guida di valenti Presidenti: Bonardi, Glissenti, Mori …

Anche la prima guerra mondiale impone una sosta alle ambizioni di alpinisti emergenti, il tempo dei pionieri. In questo lungo periodo, alla mancanza del suo bollettino sezionale vi supplisce ancora la Rivista Mensile della Sede Centrale che pubblica le relazioni alpinistiche nostre; si pensi agli scritti del Prudenzini, Giannantonj, Adami la cui lettura fa testo ancora oggi. Nello stesso periodo la Sezione si trasferisce ad altra sede.

Il Bollettino del 1927 informa che i Soci sono 770.

Risolti gravi problemi finanziari, soltanto nel 1927 si riprende la pubblicazione non più con un bollettino mensile, ma come la “Rivista mensile” che si presenta con una nuova veste tipografica. Al centro del frontespizio campeggia un riquadro con disegnati gli Sci, una piccozza, sullo sfondo un paesaggio alpinistico. Soltanto nel 1932 fa eccezione un bel disegno di colore azzurrino che riprende il colonnato della chiesetta del Garibaldi, sullo sfondo non poteva mancare l’Adamello, un disegno decisamente stilizzato, moderno, segno dei tempi che corrono …

In questo decennio 1927-1937 è sufficiente scorrere l’indice delle Riviste per constatare l’intensa attività descrittiva, la ricchezza degli argomenti trattati. Sono i Soci i maggiori protagonisti; si scrive di ascensioni, prime e ripetizioni, di sci alpinismo, di rifugi, di guide alpine che la Sezione nomina e segue.

Ma un ulteriore periodo di sospensione della “Rivista mensile” si verifica nel tragico epilogo della seconda guerra mondiale. Dal 1938 al 1954 per ben 17 anni ancora la Rivista Mensile della Sede Centrale supplisce alla nostra mancanza di pubblicazioni.

Il notiziario della Sezione non poteva, ancora una volta che rinascere. L'”ADAMELLO” n. 1 ebbe una nuova veste, un nuovo formato, l’attuale, sotto forma di periodico semestrale … il suo atto di nascita inverno 1954-1955.

Oggi, riferendoci alla presentazione che il presidente Francoantonio Biaggi scrisse per i Soci nel 1954 di cui abbiamo accennato nelle prime righe, possiamo affermare che il nostro “foglio” non è finito nel cestino.

Auguri dunque al numero 100 ed a quanti gli seguiranno.

A partire dal numero 124 è infine cambiata l’impostazione e la veste editoriale della nostra Rivista, frutto del tentativo, ci auguriamo riuscito, di renderla sempre più uno strumento vivace e efficace di comunicazione e di riflessione propositiva sui molteplici temi legati alle mutevoli realtà della montagna e della vita della sezione.