Qui di seguito una nota riepilogativa ed alcune considerazioni di Cecconi Filippo che ha partecipato alla video conferenza sulla valanga di Pila venerdì 25 marzo 2021.
Un’occasione per riflettere sulla vicenda di Pila e fare chiarezza sull’impegno del Cai a sostegno degli istruttori.
La video conferenza durata dalle 18,30 alle 20,45 voluta dal CAI centrale, è stata la seconda videoconferenza organizzata sul tema. La prima era stata organizzata per gli Istruttori di Alpinismo, mentre questa era rivolta all’Escursionismo. Erano presenti oltre 200 partecipanti ed era riservata a tutti gli ANE, i Direttori delle Scuole, i Presidenti degli OTTO e dei Gruppi regionali. Dopo l’introduzione di Luca Calzolari ed i saluti del vicepresidente Montani e del Presidente della CCE Marco Lavezzo, Il Presidente generale Vincenzo Torti, ha ripercorso brevemente la dinamica del fatto (valanga spontanea su gruppo di corsisti di sci-alpinismo) e quindi illustrato l’impegno del CAI a sostegno dei sei imputati. Come noto nell’incidente sono morte due persone (un allievo ed un aiuto Istruttore) mentre la condanna in primo grado ha coinvolto indistintamente tutto il gruppo istruttori presenti. Torti ha fatto una lunga disquisitoria sia sull’aspetto dei fatti relativi all’accaduto, sia sulle azioni intraprese dal CAI in sede legale e civile a sostegno degli imputati la cui responsabilità è stata considerata colposa. Si ricorda che, perché ricorra quest’ultima, occorre vi siano comportamenti ascrivibili a negligenza, imprudenza o non osservanza di leggi o disposizioni, il che pare di fatto non si sia verificato. Su questo punto bisognerà leggere le motivazioni della sentenza e naturalmente se non ascrivibili tali estremi, ricorrere in appello verso la sentenza di primo grado. È la prima volta che a causa di un incidente gli Istruttori sono chiamati a rispondere anche di responsabilità penale. Nel decorso legale della causa il CAI, quindi, ha provveduto a muoversi nel seguente modo: in sede civile tramite assicurazione si è provveduto a risarcire i danni, alleggerendo perciò la posizione di partenza riguardo al dibattimento di sede penale (ricordo che il risarcimento del danno in sede civile comporta una riduzione di un terzo della pena in sede penale). Da un punto di vista risarcitorio il CAI ha risposto con il rimborso assicurativo, con un secondo apposito fondo istituito e, se necessario, anche di altri fondi stanziabili all’occorrenza.
In sede penale però, come sappiamo, la responsabilità non è risarcibile ma rimane personale. Qui il CAI sosterrà anche la parte processuale penale (così come sempre spiegato anche ai corsi), mentre in sede di appello, e dopo aver esaminato le motivazioni della sentenza, si spera di poter superare questo spiacevole aspetto di una sentenza quantomeno discutibile. Fra le cose meno comprensibili poi vi è stata anche quella che la ricerca delle responsabilità ascritte da parte del PM è stata rivolta solo alla morte dell’ allievo mentre avrebbero dovuto coinvolgere entrambi i deceduti … Al termine del suo intervento il Presidente Vincenzo Torti ha sottolineato ancora una volta il valore e la formazione dei nostri Corsi e dei nostri titolati/qualificati sui quali il CAI fa affidamento ed il cui compito istituzionale è riconosciuto dalla stessa legge italiana. E pure convinto che nell’accaduto tutti si siano comportati bene e continuerà il sostegno da parte del CAI. È seguita la fase delle domande/risposte che sostanzialmente ha evidenziato i soliti concetti e, in qualche caso, anche la parziale preparazione di coloro che le hanno poste. Torti con molta diligenza e chiarezza ha dipanato ogni matassa in merito ai compiti, ruoli e comportamenti responsabili invitando tutti ad essere responsabili e diligenti nei nostri specifici campi. Anche il sottoscritto ha formulato una domanda che premetto con la seguente considerazione. Nel fatto e cioè nel processo che ha portato alla condanna, la domanda fondamentale che si è posto il giudice è stata: Quella valanga era prevedibile o no ? .. Partendo da questo assunto, tutte le indagini si prestano ad essere aperte ad ogni sorte di considerazione …. Recentemente, notizia dello “Scarpone”, si è letto che sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il D.L. nr. 40 del 28.02.2021, il quale tratta della “Sicurezza negli sport invernali”. Su questo tema si è speso molto da parte del CAI per cercare di correggere un testo iniziale che, per noi della montagna, faceva acqua da più parti. Nel testo finale ed è qui la mia domanda, dove si parla soggetti che praticano attività (anche con le ciaspole) la necessità di munirsi di ARTva, pala e sonda in particolari ambienti innevati … non le pare Presidente che questa definizione “particolari ambienti innevati” sia piuttosto ambigua e si presti a qualsiasi tipo di interpretazione ???? La risposta del Presidente e che sintetizzo è stata che la formulazione è stata già una miglioria delle definizioni precedenti e che, comunque, una cosa è ciò che c’è scritto ed una è quella di colui che deve interpretarla ….
Consiglio ? cerchiamo di mantenerci su percorsi che non si prestino ad interpretazioni che potrebbero risultare a nostro sfavore … che vi devo dire di più ? a voi le conclusioni ….
Concludendo però sono convinto che il CAI c’è e crede nei suoi titolati, qualificati ed istruttori, li appoggia e li sostiene, per cui avanti così, noi tutti ci teniamo.
Un caro saluto Cecconi Filippo
Bolzano, 25 marzo 2021
Vedi anche : Lo scarpone