Ti consiglio un Libro

Una rubrica dedicata al mondo dei libri di montagna, selezionati e recensiti dai soci della nostra Sezione.

Ti consiglio il libro del mese di Maggio 2024 è dedicato a: Passato e Presente. Quante storie… di Michele Belcastro. 

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TI CONSIGLIO UN LIBRO – Il libro del mese di Giugno:“Calabbria Cost tu Cost” di Alessandro Frontera.

A leggere il titolo qualcuno potrebbe obiettare su un errore ortografico, ma non è così. Alessandro ha proprio scelto questo titolo. Il perché ? Sul libro lo scoprirete.

Chi è Alessandro Frontera: un tranquillo ragazzo che vive a Varese con genitori calabresi. Una laurea in agraria e un modesto lavoro. Un giorno decide di trasferirsi in Calabria alla ricerca delle sue radici. Lascia la Lombardia per scoprire la Calabria nel migliore dei modi: a piedi ! Inizia il suo viaggio percorrendo 197 km, partendo dallo Ionio e giungendo sul Tirreno. Due mari, le montagne che lo legano profondamente a questa terra del sud. Durante il cammino prende appunti per raccontare la sua esperienza in un libro.

E così nasce “Calabbria Cost tu Cost” di Alessandro Frontera. La sua storia continua sul libro. Buona lettura

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Ti consiglio un libro: il libro del mese di Luglio è Bianco di Sylvain Tesson

“Sotto la neve il mondo si ritrae. Restano pochi colpi di pennello cinese. Nel sogno bianco galleggiano picchi, pareti, creste e pilastri ridotti a rughe di espressione. La neve lumeggia tutto quel che tocca: è la bellezza. Pura com’è, riempie i vuoti di un principio invisibile, annulla l’imperfezione, conserva il rilievo. Il candore perdona l’inutile, mascherandolo.” Sylvain Tesson, Bianco, Sellerio Editore, 2023.

Per Sylvain Tesson la vita è movimento. Nell’arco di quattro inverni, accompagnato dall’amico Daniel Du Lac, vincitore della Coppa del mondo di arrampicata, guida di alta montagna, pioniere di vie estreme, compie con gli sci la traversata delle Alpi, da Mentone, sulla costa francese, fino a Trieste, passando da Italia, Svizzera, Austria e Slovenia. Ai due viaggiatori si aggiunge poi Philippe Rémoville, entusiasta alpinista incontrato in un rifugio. Insieme hanno così percorso 1.600 chilometri e superato più di 60.000 metri di dislivello. Ogni singola giornata è una sfida contro il freddo e la fatica; le soste nei rifugi diventano occasione per conoscere personaggi indimenticabili, da un canonico dell’ospizio del Gran San Bernardo al figlio dello studioso Jean Starobinski, guida alpina ed esperto del mondo dell’arte. Immerso in un panorama che racchiude una forza selvaggia e una potenza trascendentale, Tesson si confronta con la bellezza e con il vuoto, con lo sforzo fisico e mentale, col silenzio della natura e il costante rumore di fondo del cervello al lavoro. Vive lo slancio del gesto perfetto e la mortificazione di una caduta, riposa in rifugi vuoti, a disposizione degli alpinisti solitari, scopre che il vero lusso non sta nella raffinatezza di un oggetto o nell’abbondanza dei piaceri, ma nella minestra dopo la fatica, nella contemplazione di un fuoco dopo il gelo: «il lusso consiste nella cessazione dello sforzo. Il lusso è compimento». L’uomo alle prese con la montagna, con la luce infinita delle Alpi, scrive Tesson, non migliora, non si redime, non si tra sforma. «Quando raggiunge altezze meravigliose, vi trasporta la sua miseria». Bianco sorprende per lo sguardo privo di arroganza, per l’assenza di ogni fittizia esaltazione. Non c’è la mistica della solitudine eroica nella natura madre e matrigna, o il culto della purificazione nell’aria cristallina delle vette. C’è solo un viaggio, fuori e dentro di sé, e un sogno di bambini, quello di avventurarsi nel mistero del mondo.*
*Dalla home page di Sellerio Editore.

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TI CONSIGLIO UN LIBRO – Il libro del mese di Agosto: Sentiero Italia Cai volume 3 dedicato alla Calabria

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TI CONSIGLIO UN LIBRO – Il libro del mese di Settembre: Il Cercatore di luce di Carmine Abate

“Carlo ha dodici anni quando sale in Scanuppia, una montagna del Trentino, per trascorrere le vacanze estive nella baita di famiglia. I genitori non fanno che litigare, la tensione è palpabile, eppure un inatteso sollievo lo coglie quando si immerge nel dipinto appeso nella sua stanza: una giovane donna con un bambino tra le braccia. Chi sono quelle due persone? Al ragazzo pare di riconoscerle e chiede notizie alla Moma, la nonna originaria della Calabria, scoprendo che il nonno aveva conosciuto il pittore, Giovanni Segantini. Carlo si trova così a ricostruire la trama intima e collettiva di un intero secolo, a partire dalla travolgente vicenda umana di Segantini, legata a quella della propria famiglia. Mentre è alle prese con i primi turbamenti sentimentali, il ragazzo si appassiona all’amore tra l’artista e Bice Bugatti, donna carismatica e compagna fedele, sempre al suo fianco dall’incontro a Milano agli anni in Brianza e in Svizzera. In un romanzo epico e visionario, Carmine Abate torna a raccontare una storia famigliare, e vi intreccia la straordinaria avventura esistenziale e artistica di uno dei nostri più grandi pittori, muovendosi – con l’autorevolezza di chi li conosce nelle più segrete profondità – in luoghi lontani ma dalla identica, struggente meraviglia: dal Trentino di Arco e della Scanuppia, paradiso naturale degli urogalli, alle altezze sublimi di Maloja, all’altopiano della Sila, monumento alla bellezza nel cuore del Mediterraneo. Avvalendosi di un meccanismo narrativo ad alta precisione, Abate scolpisce un potente romanzo corale che affronta temi universali: la vita, la natura, la morte, gli stessi del famoso “Trittico della Natura” di Giovanni Segantini. È lui l’inesausto cercatore di luce che, pur presagendo la fine ormai prossima, sale in montagna a dipingere l’ultima, grandiosa opera. L’unico modo per sconfiggere la morte. La sua e la nostra.”

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Ti consiglio un libro di Ottobre: “Calabria” di Maria Brandon-Albini

Il viaggio di Maria Brandon-Albini in Calabria e il dramma storico delle popolazioni calabresi. La Calabria, che è stata in passato, stazione intermedia e piattaforma di scambi culturali tra oriente e occidente non è riuscita a trarre beneficio da tali transazioni, sprofondando in un degrado assoluto. Da italiana del nord, emigrata in Francia, la Brandon-Albini, sente il richiamo delle sue radici e volge il suo sguardo all’Italia estendendolo fino al meridione. “Calabria” è il prodotto, maturo e consapevole, attraverso cui l’autrice mostra un cosmo fotografato nell’attimo in cui sta per lanciarsi nel futuro della modernità.

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Ti consiglio un libro di Novembre 2024: Sulle tracce di Norman Douglas. Avventure fra le montagne della vecchia Calabria

Seguendo le labili tracce di un eccentrico e colto viaggiatore britannico dei primi del novecento, un moderno innamorato del viaggio a piedi solca antichi sentieri di montagna. il primo è Norman Douglas, sceso in Calabria quando ancora tutto era avvolto nella caligine del mito. Il secondo è Francesco Bevilacqua, estatico escursionista e commosso narratore. E su quelle montagne, Bevilacqua cerca, nello stesso tempo, lo spirito di Douglas e il genio dei luoghi. sulle montagne impervie, solitarie e selvagge del Pollino, della Sila, delle serre, dell’Aspromonte. Osservandole con occhi incantati, facendone la sua patria, percorrendole sino a sfiancarsi, contemplandone la bellezza, riflettendo sulla Calabria da ri-scoprire per i suoi straordinari paesaggi naturali e su quella da ri-coprire per le tante nefandezze perpetrate dagli uomini. Introduzione di Giuseppe Merlino.

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Ti consiglio un libro di Dicembre: L’Olivo bianco di Carmine Abate

In una calda notte d’agosto, quando gli incendi divampano nelle campagne di Spillace, tre amici si riuniscono per chiacchierare fino a tardi. È un rito che compiono ogni sera, forse per cercare di spegnere almeno il fuoco che sentono dentro, nell’estate così inquieta in cui, dopo la maturità, devono decidere cosa fare delle loro vite. Mentre Riccardo e Marco meditano di lasciare la Calabria per emigrare in Germania, Antonio non sa decidersi: l’unica certezza in quel momento è il suo amore per Elena… Ma c’è anche un altro pensiero che affolla la mente di Antonio e riguarda le vicende di Luca, un parente misterioso che solo nonna Sofia aveva conosciuto: a lei, Luca aveva lasciato la sua casa e una striscia di terra aspra e scoscesa, coltivata con fatica e trasformata in un piccolo paradiso fertile, con alberi da frutto e tutte le varietà di olivi della Calabria. I racconti di nonna Sofia sono appassionanti e sembrano nascondere un segreto: Luca aveva attirato le invidie dei suoi compaesani e, dopo una notte in cui furono uditi degli spari, nessuno seppe più nulla di lui. Tutto ciò che è rimasto è l’Olivo di Luca, quel terreno frequentato abitualmente dalla famiglia di Antonio che va lì ogni anno a trascorrere la Pasquetta. Ma chi era Luca? Era davvero partito per l’America o era morto? E perché aveva lasciato la sua proprietà a nonna Sofia? Come in un gioco di specchi tra natura e anima, ingaggiato dal padre per rimuovere il rovettaro che negli anni aveva invaso l’oliveto, Antonio cercherà di fare luce su questa storia misteriosa: liberando l’Olivo di Luca dai tralci spinosi, si addentrerà sempre più nel cuore della verità, riuscendo a mettere finalmente in ordine anche i suoi pensieri.

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Ti consiglio un libro del mese di Gennaio 2025 – L’Orlando di Barbaro di Carmine e Raffaele Lupia

L’Orlando di Barbaro è l’ultima Chanson de geste tramandata oralmente in Europa, sulle pendici della Sila in Calabria, dove ancora oggi la toponomastica ne mantiene l’eredità e ne conserva la memoria. Questa tradizione orale, recuperata dopo anni di studio e ricerca, è tutto ciò che è stato tramandato da padre in figlio, dal Medioevo fino ai nostri giorni. Questa chanson della tradizione calabrese è molto importante perché non è altro che l’eredità della tradizione popolare di quello che è stato il ciclo carolingio calabrese, non solo nei luoghi della cultura e nelle dimore aristocratiche, ma anche presso il popolo. La tradizione carolingia in Calabria è rappresentata da molti poemi e inizia con la famosa Chanson d’Aspremont, colonna portante di tutto il ciclo letterario carolingio europeo insieme alla celebre Chanson de Roland. L’Orlando di Barbaro è ambientata intorno al territorio dell’omonima città, che era stata conquistata dai Saraceni e successivamente liberata dai cavalieri cristiani guidati da Orlando, dopo numerose battaglie durante le quali perdono la vita tutti i Paladini di Carlo Magno, tranne Orlando, che riuscirà a sconfiggere i musulmani e riportare nelle mani della cristianità la città. Orlando non dovrà combattere solo contro i cavalieri saraceni ma anche contro gli incantesimi della strega di Barbaro, che lui riuscirà a ingannare, scoprendo il suo punto debole e avendo pertanto la meglio sulla città di Barbaro. Particolarmente interessante è la descrizione del paesaggio forestale e soprattutto agrario, che diviene la sintesi dove l’Oriente, l’Occidente, il Mediterraneo e l’Europa si incontrano e si intrecciano nelle peculiari colture agrarie di un tempo ormai lontano. L’Orlando di Barbaro è l’ultima Chanson de geste tramandata oralmente in Europa, sulle pendici della Sila in Calabria, dove ancora oggi la toponomastica ne mantiene l’eredità e ne conserva la memoria. Questa tradizione orale, recuperata dopo anni di studio e ricerca, è tutto ciò che è stato tramandato da padre in figlio, dal Medioevo fino ai nostri giorni. Questa chanson della tradizione calabrese è molto importante perché non è altro che l’eredità della tradizione popolare di quello che è stato il ciclo carolingio calabrese, non solo nei luoghi della cultura e nelle dimore aristocratiche, ma anche presso il popolo. La tradizione carolingia in Calabria è rappresentata da molti poemi e inizia con la famosa Chanson d’Aspremont, colonna portante di tutto il ciclo letterario carolingio europeo insieme alla celebre Chanson de Roland. L’Orlando di Barbaro è ambientata intorno al territorio dell’omonima città, che era stata conquistata dai Saraceni e successivamente liberata dai cavalieri cristiani guidati da Orlando, dopo numerose battaglie durante le quali perdono la vita tutti i Paladini di Carlo Magno, tranne Orlando, che riuscirà a sconfiggere i musulmani e riportare nelle mani della cristianità la città. Orlando non dovrà combattere solo contro i cavalieri saraceni ma anche contro gli incantesimi della strega di Barbaro, che lui riuscirà a ingannare, scoprendo il suo punto debole e avendo pertanto la meglio sulla città di Barbaro. Particolarmente interessante è la descrizione del paesaggio forestale e soprattutto agrario, che diviene la sintesi dove l’Oriente, l’Occidente, il Mediterraneo e l’Europa si incontrano e si intrecciano nelle peculiari colture agrarie di un tempo ormai lontano.

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Ti consiglio un libro di Febbraio 2025 – Il Silenzio della Bellezza di Giovanni Renda

Giovanni Renda ci apre le porte di un mondo dove il tempo si è fermato e la natura vige regina assoluta. Il ciclo delle stagioni è la lancetta dell’orologio biologico che l’autore usa per spalancare l’incanto di una dimensione pacata e gioiosa. Un protagonista, Don Giacomo, che sceglie di candidarsi a Sindaco per valorizzare il paese dove è nato e in cui è tornato dopo tanto tempo. Giacomo Pensabene è un uomo ricco di idee e iniziative valide per dar voce a una piccola comunità che può diventare grande e unica grazie al coraggio dell’impegno di associazioni, Comune e cittadini. L’unione fa la forza e Renda fa soprattutto soffermare il lettore sull’immensa anima di Giacomo, talmente preziosa da voler dare voce ai piccoli grandi personaggi del suo paese, Montegaleno; coloro che sono artigiani del mestiere: lavori oggi purtroppo forse un po’ dimenticati. In fondo, quasi tutti ritorniamo alle origini, o almeno sentiamo la forte radice di appartenenza che ci lega al luogo natale. Si può scappare da tutto e tutti, ma non dalle proprie origini. E cosa c’è di meglio che tornare e restare, scoprendo veramente dove si nasconde “Il silenzio della bellezza”? Una bellezza che si ha davanti agli occhi, ma che troppo spesso a causa della frenetica vita odierna non riusciamo a vedere o a cogliere appieno. Francesca Ghiribelli

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