Ultima escursione in programma per il 2025 del Cai Catanzaro, a Soverato, lungo il percorso ad anello conosciuto come “Sentiero Soverato”, itinerario di circa 15 km, un viaggio nel passato tra cultura, natura e suggestivi panorami.
Partendo dal lungomare, nei pressi della Villa comunale, ci siamo diretti verso la località di Spina Santa, dove sorgono le tracce di quella che un tempo era la prima Soverato, risalente all’epoca della colonizzazione ellenica nel VIII secolo a.C. Il sito conserva una piccola necropoli e alcune grotte note come Tombe Sicule, che testimoniano l’esistenza di un antico insediamento siculo. L’importanza storica dell’area è arricchita dalla presenza di vestigia greche e romane, identificate con il nome di Poliporto, un toponimo che richiama l’esistenza di un antico porto, oggi sommerso e visibile solo durante le basse maree.
I fondali marini della zona, ospitano due specie di cavallucci marini uniche, l’Hippocampus hippocampus e l’Hippocampus guttulatus, che vivono esclusivamente qui rispetto al resto delle coste italiane. Queste sono le sole rappresentanti della subfamiglia Hippocampinae appartenenti ai signatidi e sono incluse nell’Appendice II della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Fauna e Flora Selvatiche (CITES 2002). L’Hippocampus hippocampus, in particolare, è considerato una specie molto vulnerabile ed è inserito nella Lista Rossa delle Specie Minacciate stilata dalla World Conservation Union (Vincent & Hall 1996; World Conservation Union 2002). Oltre ai cavallucci marini, la baia di Soverato ospita altre specie protette di grande interesse, come il pesce ago (Syngnathus abaster) e il mollusco dalle grandi dimensioni Tonna galea, entrambi indicati nelle liste di specie tutelate dalla Convenzione di Berna (1979). L’area “Baia dell’Ippocampo”, è soggetta a protezione grazie al Parco Marino Regionale “Baia di Soverato”, istituito mediante la Legge Regionale n. 10/2008, che tutela una porzione del litorale appartenente al Comune di Soverato.
Nel 1913, nei pressi di un lido di Soverato, fu realizzato un pontile di circa 60 metri di lunghezza, utilizzato per le operazioni di carico e scarico di vari prodotti. Era comune che, durante le giornate di forti venti e mare mosso, alcuni velieri finissero per arenarsi sulla spiaggia. Tra questi vi fu il veliero chiamato Loreta, che sembrava ormai destinato a rimanere incagliato. Un rimorchiatore proveniente da Messina arrivò in suo soccorso, riuscendo a liberarlo e a trainarlo fino al porto. Era il 1930. Del pontile ormai non resta più alcuna traccia.
Il viaggio nel tempo, ci ha condotti alla “SOVERATO ANTICA”, conosciuta come Suberatum, dove gli abitanti, a partire dall’anno mille, si trasferirono su una collina ben riparata per difendersi dalle incursioni ottomane. Nel 1594, Suberatum fu saccheggiata dai Turchi guidati da Bascià Cicala, che approdò con una flotta di 90 imbarcazioni. Risalendo il fiume fino alle mura del paese, attaccò la cittadina. Si narra che durante il saccheggio, mentre i Turchi cercavano di portare via la campana d’oro della chiesa, questa cadde nel fiume e non fu mai più recuperata. La leggenda vuole che la campana emetta un rintocco la notte di Natale e, in quel momento, gli animali acquisiscano la capacità di parlare. Poco fuori dal centro abitato si trova la grotta dei Regnanti, luogo in cui, secondo le tradizioni locali, si riunivano i sette cavalieri di spada. L’ insediamento subì un tragico destino con il terremoto del 1783, costringendo i Suveratani a una nuova migrazione verso la vicina collina, dando così origine all’attuale comune di Soverato.
Visita anche dalla Chiesa matrice dedicata a Maria Santissima dell’Addolorata (patrona di Soverato) dove si trovano numerose opere d’arte tra cui il gruppo marmoreo della Pietà risalente al 1521, un’opera d’arte di straordinaria bellezza realizzata da Antonello Gagini. Proseguimento nel borgo antico “U Chianu” con visita a un’antica bottega del calzolaio e i resti dell’antico frantoio.
Si scende verso il mare attraversando l’orto botanico “Santicelli” situato su un imponente costone roccioso che affaccia sulla baia dell’Ippocampo. In questo luogo è possibile ammirare maestose piante provenienti da ogni parte del mondo e quattro postazioni antiaeree collegate tra loro da un tunnel sotterraneo risalente all’ultimo conflitto bellico. Il panorama è arricchito dalla suggestiva torre di Carlo V, una torre cavallara destinata sia all’avvistamento che al cambio dei cavalli per i viaggiatori lungo la costa. In caso di avvistamento delle navi nemiche, l’allarme veniva dato tramite spari, fuochi o il suono delle campane. I cavallari svolgevano inoltre il compito di percorrere le marine a cavallo, suonando costantemente la tromba per avvisare le persone impegnate nella pesca o nei lavori agricoli, spingendole a rifugiarsi immediatamente nei borghi fortificati o a prepararsi per la difesa.
Proseguendo il percorso, si arriva alla Soverato moderna, che a partire dalla seconda metà dell’Ottocento ha iniziato ad affermarsi come una rinomata destinazione turistica, apprezzata tanto dagli italiani quanto dai visitatori stranieri. Concludiamo il nostro itinerario visitando la suggestiva chiesetta dei pescatori, dedicata a Maria SS.ma di Porto Salvo. Al suo interno è custodita la statua della Madonna, protagonista di un’antica tradizione: ogni anno, nel mese di agosto, viene portata in processione sul mare con grande solennità. La leggenda narra che durante una violenta tempesta nel 1906, il capitano di una nave, Rocco Caminiti, temendo per la propria vita e quella dell’equipaggio, implorò l’intercessione della Madonna di Porto Salvo. Fece voto che, se fossero stati salvati, avrebbe organizzato festeggiamenti in suo onore ogni anno. Il miracolo si compì e, in segno di gratitudine, la famiglia Caminiti rispettò la promessa edificando la chiesetta. Da allora, la tradizionale processione in mare si rinnova ogni anno, perpetuando questa devozione.
A guidare il gruppo del CAI Catanzaro sono stati gli operatori regionali della TAM, Antonio Biamonte e Francesco Colao, che hanno evidenziato il valore del rispetto e della salvaguardia dei luoghi attraversati e da Marco Garcea, accompagnatore di escursionismo e referente per la sentieristica, che collabora con i promotori del percorso per l’integrazione del tracciato nella rete escursionistica italiana (Catasto Nazionale dei Sentieri n. 711).
Un ringraziamento speciale all‘Associazione SoveratoinCammino Fitwalking & Outdoor Experiences, che, guidata con dedizione e passione da Domenico Rotella e Francesco Cuteri, ha curato l’evento con professionalità, accogliendo i partecipanti con competenza e rendendo l’evento un’esperienza unica. Un riconoscimento speciale anche al professor Giuseppe Pisano il quale, con la sua capacità di narrare e coinvolgere, ha rapito l’attenzione dei presenti attraverso suggestivi racconti e intriganti leggende legate ai luoghi visitati svelando dettagli poco noti della storia di Soverato, all’ avv. Maria Anita Chiefari Presidente del “Centro Studi A. Gagini” e tutte le associazioni partecipanti con cui abbiamo condiviso non solo la bellezza e il fascino dei luoghi, ma anche il valore della condivisione, dell’amicizia e dello stare insieme
Marco Garcea – Accompagnatore di Escursionismo















