TRIORA: oltre la montagna

a cura di Oddo Sandro, Storico triorese

MUSEI

MUSEO REGIONALE ETNOGRAFICO E DELLA STREGONERIA

Quando il tempo è brutto e sta piovendo, Triora offre ugualmente notevoli attrattive. Proprio all’inizio del borgo antico, nei locali del vecchio municipio, si trova il museo regionale etnografico e della stregoneria. La parte etnografica vera e propria è suddivisa in sei sale, rappresentanti ognuna uno “spaccato” di vita quotidiana. Al piano centrale sono esposti gli attrezzi utilizzati dai contadini, dai mulattieri, dai falegnami e dai panettieri: stanno a dimostrare la dura vita dei campi ed il ciclo del grano, per il quale il paese ebbe la nomea di “granaio della repubblica”. La sala attigua è dedicata al ciclo del castagno, il cui frutto per lunghissimi periodi ha rappresentato il principale alimento di intere famiglie. Nella cucina, ricostruita con il focolare e l’essiccatoio, pare di gustare i sapori di un tempo, mentre in un locale vicino la lavorazione del latte ed i prodotti della pecora e della capra sono rappresentate da attrezzi ed eloquenti fotografie. Non poteva certo mancare una testimonianza di quello che era uno dei tre prodotti del luogo: l’uva, che prosperava in ardite fasce con muretti a secco.

La parte più curiosa ed affascinante è quella dedicata alla persecuzione contro le streghe. Se da un lato le superstizioni e le credenze popolari sono tuttora assai vive, magari camuffate da una profonda conoscenza delle erbe medicamentose e dei metodi curativi empirici, la riproduzione di alcuni documenti conservati nell’Archivio di Stato di Genova e due streghe sono incarcerate e torturate raccontano un periodo di vera e propria caccia a decine di povere donne.
Al piano terra del museo si trova una sezione archeologica, una sala dedicata a Margherita Brassetti, nobildonna morta in odore di santità, statuette lignee, bambole, giocattoli ed abiti antichi, e molto altro ancora.

Di fronte al museo è il civico ospedale con i suoi grossi pilastri in pietra e le caratteristiche volte, dove è piacevole sostare, leggendo anche il poetico scritto del famoso scrittore Riccardo Bacchelli.

CONTATTI

Corso Italia, 1 – 18010 Triora (IM)

info@museotriora.it

🌐 Museo Triora

PUNTI DI INTERESSE STORICO – ARTISTICO – ARCHITETTONICO

Pochi anni fa nel palazzo Stella, dove soggiornò e cessò di vivere il 22 novembre 1901 mons. Tommaso dei marchesi Reggio, arcivescovo di Genova, giunto a Triora per recarsi sul Saccarello ad inaugurare il monumento al Redentore. In questo luogo è sorto il nuovo museo etnostorico della stregoneria, concepito in modo moderno, dove sono state allestite quattro sale. Con la prima si entra subito nelle coordinate e negli strumenti operativi del pensiero magico, con la prestigiosa collezione esoterica “Pio Breddo”. Nella seconda si materializzano, in forme artistiche, le immagini delle dee, spiriti e creature femminili presenti nel pantheon archetipico delle accusate. Nella terza sala fragranze erboristiche aiutano ad esplorare le competenze fitoterapiche delle dominae herbarum. Un pannello di passaggio introduce al grigiore della quarta sala, con l’invenzione della strega diabolica e il processo di Triora. Qui testi antichi di esperti demonologi attestano un’evidente premeditazione nel colpire i ‘devianti’, mentre la voce di Franchetta Borelli, alias Laura Sicignano, coinvolge direttamente il visitatore nelle torture subite.

L’arte conobbe, sotto il governo genovese, un incremento notevolissimo; anche se non nacquero geni o artisti notissimi, Triora vide le sue numerose chiese affrescate da pittori di varie scuole, che lasciarono anche insigni opere d’arte, quali tele, sculture ed incisioni. La tradizione religiosa, tramandata attraverso i secoli, è qui vivissima e
testimoniata dalle numerose chiese sorte all’interno e fuori dell’abitato. Un posto di rilievo spetta all’antica ed insigne Collegiata, ricostruita in varie epoche. Al suo interno sono conservati preziosi dipinti, fra cui un Battesimo di Cristo, tela datata e firmata nel 1397 dal senese Taddeo di Bartolo, due opere anonime raffiguranti San Giacomo il Minore e la Pietà, quadri di Luca Cambiaso, del triorese Lorenzo Gastaldi, oltre a pregevoli opere marmoree e lignee, quali un Cristo tardotrecentesco ed il gruppo statuario della Madonna della Misericordia. Due altari custodiscono le reliquie di due santi “locali”, san Giovanni Lantrua e san Tusco.

Nel vicino oratorio di San Giovanni Battista, destinato a museo diocesano, stupisce soprattutto l’altare in legno intagliato, con dorature e verniciature in nero, con due angeli adoranti, contrapposte a due colonne a spirale, recante in altro una piccola statua di san Giovanni Battista e due angeli seduti sulle testate. Realizzato da Giovanni Battista Borgogno, fu dorato dal maestro Antonio Maria Vaccaro nel 1690. La pala con L’imposizione del nome al Battista è una delle opere meglio riuscite del pittore triorese Lorenzo Gastaldi (1625-1690), firmata e datata 1682. Fra le numerose altre opere spiccano la tavola di Luca Cambiaso Madonna del Rosario fra i santi Vincenzo Ferrer e Domenico e quella raffigurante San Nicola da Tolentino, del secolo XV, che ha avuto l’onore di essere esposta nell’anno 2005 nel Braccio di Carlo Magno della Città del Vaticano.

Chi vuol respirare l’antica e magica atmosfera del luogo può transitare sotto le volte di via Camurata, in parte annerite, soffermandosi davanti alla cisterna centrale, dalla quale sgorga un’acqua limpidissima, avente nei secoli passati un’importanza fondamentale in caso di siccità o di perduranti assedi.
L’altorilievo in pietra nera con due delfini è un esempio dei numerosi portali delle case nobiliari, recanti il trigramma di Cristo, l’Agnello, l’Annunciazione ed anche figure di benefattori, con gli stemmi nobiliari discalpellati durante il periodo napoleonico. Risalendo ed oltrepassato largo generale Tamagni, ci si immette in altri vicoli, i carugi, ad esempio via Cava o via Forno, dove sussiste il forno comunale, in cui si cuoceva il pane diventato famoso ovunque.