Riflessioni E Spunti Sul Xiv Corso Accompagnatori Alpinismo Giovanile Vfg

Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per 
un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo  che  quando  andremo  a  sommare  tutti  quei centimetri  il  totale  allora  farà  la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire.” 

Vivaddio, un corso per Accompagnatori non ha risvolti così drammatici. Ma la sintesi tratta dal monologo del coach Toni D’Amato, mirabilmente interpretato da Al Pacino, ha il pregio di  racchiudere  quel  vortice  di  impegno,  passione,  sacrifici  e  aspettative  che  ci accompagnano dall’inizio alla fine di un corso per Accompagnatori.  
I centimetri sono tutti gli obiettivi che, uno ad uno, mettiamo assieme, dal confronto iniziale, tra istruttori, nella fase di progettazione, alla consegna del titolo.

Il  primo  centimetro  è  il  più  articolato:  cosa  significa  essere  un  titolato  del  Club  Alpino Italiano. Indipendente dalla specificità, quale deve essere il linguaggio tecnico culturale che accomuna e distingue il titolato CAI.  Quale la base culturale comune.  E poi, come si traduce tutto questo nella nostra specificità, nel compito principale che ci viene affidato dal CAI: avvicinare i giovani alla montagna e al sodalizio.  Su questa sfida, da anni, la Scuola di Alpinismo Giovanile del VFG, sta costruendo una diga immaginaria che raccolga esperienze e sperimentazioni sia provenienti dall’interno del CAI sia  esterne. Esperienze  che  vanno  a  formare  l’ossatura  portante  del  nostro  essere Accompagnatori oggi, ma soprattutto in futuro sempre più incalzante perché stimolato dai repentini cambiamenti degli adolescenti.

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