Uiaa Ice Climbing Camp

Le emozioni non fanno rumore

(di Francesco Abbrascato ANAG Mestre)

Sembra facile! Ma non è così. All’inizio di qualsiasi progetto ti confronti con un foglio bianco. Certo, avere a fianco una persona come Armando Beozzo, “il Direttore” della Scuola Centrale di Alpinismo Giovanile, aiuta. Per lui è più facile. Il rapporto con la montagna lo vive quotidianamente, non ha tutte le perplessità e paure che ho io, alpinista di pianura. Ma si sa nell’Alpinismo Giovanile, l’entusiasmo è inarrestabile. Di conseguenza quando nasce la proposta di portare i ragazzi dell’Alpinismo Giovanile sulle cascate di ghiaccio, la cosa si concretizza con disarmante facilità.

Subito viene coinvolta, tramite Rosella, l’UIAA (Unione Internazionale Associazioni Alpinistiche); da tempo, la Youth Commission porta i ragazzi dei paesi che si affacciano al di là delle Alpi, nelle competizioni di ice climbing. Ma non è questo il nostro obiettivo. Quello a cui puntiamo è il far conoscere ai nostri ragazzi un aspetto diverso della montagna invernale. Non la competizione, ma la conoscenza e consapevolezza di sapersi muovere, in sicurezza, in un ambiente che al primo impatto può sembra ostile ma poi riserva occasioni di divertimento uniche. Ecco che allora, l’opportunità offerta da questo progetto diventa momento di collaborazione trasversale tra le Scuole di alpinismo della CNSASA e la Scuola Centrale di AG. Una collaborazione di pari dignità, dove ognuno ci mette del suo, dove l’esperienza tecnica degli Istruttori si inquina nelle capacità degli Accompagnatori di gestire le dinamiche di gruppo dei ragazzi. E viceversa! Il progetto a poco a poco comincia a delinearsi e quasi senza accorgersi ci troviamo ai primi di febbraio, tutti all’imbocco della Val Varaita. Chi arriva dalla laguna, chi dalla capitale chi ha ancora addosso il sapore del mare. Rosella, rappresentante UIAA, ci raggiunge con due ragazzi stranieri: uno dalla Spagna, Jose e uno dalla Germania, Daniel. Non è molto, ma tra un inglese un po’ maccheronico e uno spagnolo con cadenze veneziane, la nostra avventura acquista un po’ il fascino di internazionalismo. La stagione del ghiaccio, anche qui in Val Varaita non è delle migliori. Ma attraverso i preziosi consigli del gestore del rifugio Savigliano, Romeo Isaia troviamo dei flussi interessanti. I ragazzi sono subito rapiti da questa particolare specialità. Piccozze, ramponi e viti da ghiaccio diventano i nuovi strumenti per questo gioco.

Tre giornate piene, alternando l’attività in cascata alla conoscenza della valle Occitana o incontrando alla sera, in rifugio, gli amici del gestore: gli artigiani che costruiscono i nuovi prototipi di piccozze per la piolet traction. I ragazzi si sentono già dei navigati iceclimbing e soppesano con disinvoltura le piccozze elogiando la presa ergonomica di una piuttosto ché il troppo peso dell’altra. Non ci siamo fatti mancare nulla, neanche un giro a Torino al Museo del cinema. Nonostante la sveglia suoni alle 6.30, nessuno protesta e poco prima delle 8.00 siamo già giù per i tornanti che dal rifugio portano alla strada principale della valle per raggiungere le cascate. Chi va su “Berrò”, chi alla “Pineta Nord”. I più agguerriti sono sulla “Valeria”, li ci sono da far tiri di corda, soste. Li si balla sulle punte dei ramponi per qualche ora. Quelli della Berrò provano a calarsi in doppia su un “Abalakov” realizzato da loro. I primi metri sono di pura adrenalina, il resto è gioia pura. È difficile riordinare i ricordi e soprattutto le emozioni provate in questi giorni. Le immagini più belle non sono durante l’attività, ma stanno nel rivedere i ragazzi, tutti assieme attorno al tavolo del rifugio, mentre fuori nevica, a parlare di prossime occasioni per ritrovarsi, a scherzare sulle difficoltà incontrate durante la giornata, all’emozione della prima cascata. Il loro spontaneo entusiasmo è commovente. I giorni passano velocemente, e mi trovo già sulla strada per tornare a casa. Tante le foto, peccato non poter racchiudere le emozioni e specialmente i sorrisi. In particolar modo la gioia di Sara, Giulia e Beatrice dopo una giornata di severa tecnica sfogarsi rotolando giù per un pendio di neve.

Un grazie a tutti gli Accompagnatori e Istruttori che hanno reso possibile questa esperienza, l’auguri è che sia l’inizio di un qualcosa di nuovo, per i ragazzi ma anche per noi.

scarica l’articolo

Relazione Evento – 06 /10 febbraio 2016 – Valle Varaita (Cuneo)

(di Rosella Chinellato UIAA − Youth Commission)

Dal 6 al 10 febbraio 2016 in Valle Varaita si è tenuto il primo “International Youth Ice Climbing Camp” , approvato dalla CCAG, organizzato in collaborazione con la SCAG e la CNSASA , nell’ambito dei Global Youth Summit dell’ UIAA. L’evento ha ottenuto un contributo economico dall’ARISF, (the Association of  ecognised International Sports Federations), per lo “Sviluppo dell’Ice Climbing”. All’evento  hanno  partecipato 14  ragazzi,  12  italiani  e  2  stranieri.  Gli  italiani provenivano dai seguenti convegni: 3 dalCMI, 4 dalVFG, 4 dal LPV e 1 dalTAA. I due stranieri provenivano da Spagna e Germania. La base logistica del gruppo è stato il Rifugio  Savigliano  a  Pontechianale.  I  responsabili  dell’attività  tecnica  erano  l’ANAG Armando Beozzo per la SCAG, l’INA Luciano Bosso per la CNSASA. 

Questa in breve la cronaca delle cinque giornate di attività.

Sabato  6  febbraio:    giornata  degli  arrivi.  I    ragazzi,  arrivati  con  mezzi  diversi,  si incontrano  alle  ore  16.00  per  le  presentazioni  nella  struttura  “Porta  di  Valle”  a Brossasco,  all’imbocco  della  Valle  Varaita.  Qui  viene  loro  presentato  il  programma definitivo  delle  attività.  Alle  16.30  ci  raggiunge  il  Presidente  della  “Ice  Climbing Commission”  dell’UIAA,  lo  svizzero  Urs  Stoecker,  che  porta  il  proprio  saluto  ai partecipanti. Attraverso una breve presentazione  spiega ai ragazzi che cosa è l’UIAA e quali sono i suoi obiettivi. Poi  proietta alcuni video che illustrano i due mondi diversi dell’Ice  Climbing:  quello  dell’arrampicata  su  cascate  di  ghiaccio  e  quello  delle competizioni  su  pareti  artificiali.  Dopo  la  foto  di  rito,  il  gruppo  riparte  alla  volta  del Rifugio  Savigliano.  La  serata  è    dedicata  al  controllo  e  sistemazione  dei  materiali tecnici di ciascun ragazzo in vista dell’attività del giorno successivo.

Domenica  7  febbraio:  I  ragazzi  vengono  divisi  in  due  gruppi.  Il  primo  va  a  fare attività didattica di base alla cascata “Castello”: tecnica di posizionamento ramponi e piccozze sul ghiaccio, progressione. Il secondo gruppo, con i ragazzi più esperti, va ad arrampicare  all'”Anfiteatro”.  Il  meteo  purtroppo  non  è  favorevole  e  siamo  sotto  la neve per tutta la mattinata. Alle 12.30 si parte per Torino dove visitiamo il Museo del Cinema della Mole Antonelliana. Rientro in Rifugio per cena. Dopo cena brevi relazioni del  gestore  sulla  storia  della  valle  e  sullo  sviluppo  dell’Ice  Climbing  nella  zona.  Un interessante spazio di tempo viene dedicato all’evoluzione dei materiali tecnici specifici per questa disciplina. 

Lunedì  8  febbraio:  Giornata  magnifica.  I  ragazzi  vengono  divisi  in  tre  gruppi:  Il primo va ad arrampicare alla cascata “Valeria” sopra il paese di Chianale, il secondo va  ad  arrampicare  alla  cascata  “Berrò”,  nella  stessa  zona,  il  terzo  va  alla  cascata “Pineta  Nord”  sopra  Pontechianale.  L’attività  di  oggi  si  è  svolta  in  modo  intenso  e prolungato ed ha entusiasmato i ragazzi. Il tardo pomeriggio e la serata sono dedicati alla socializzazione. 

Martedì 9 febbraio: I ragazzi vengono divisi in due gruppi che vanno ad arrampicare alle cascate “Berrò” e ” Pineta nord”. Vengono attrezzate vie nuove e si sperimentano anche percorsi su misto, a causa della scarsa copertura ghiacciata della parete. Anche questa è una giornata di piena attività che lascia i ragazzi molto soddisfatti. In serata si  svolge  la  festa  dell’addio,  con  consegna  di  omaggi  ricordo  ai  ragazzi: maglietta dedicata all’Ice Climbing, berretto, spilla dell’UIAA.

Mercoledì 10 febbraio: Entro le ore 11.00 partenze per il rientro a casa. Considerazioni Questo primo evento  di  Ice Climbing ha avuto una buona partecipazione di ragazzi, considerato  che  eravamo  in  periodo  scolastico  e  che  le  vacanze  di  carnevale  si facevano  solo  in  alcune  regioni.  Questo  può  aver  influito  anche  sulla  partecipazione dei ragazzi stranieri, come pure la tardiva pubblicazione dell’evento.  I  partecipanti,  compresi  tra  i  15  e  i  19  anni,  erano  tutti  motivati,  determinati  e fisicamente  abbastanza  forti.  I  commenti  dei  ragazzi  sono  stati  molto  positivi:  alla richiesta di suggerimenti per il futuro hanno detto: “Fare più giorni e arrampicare più a  lungo  nella  giornata&”  ;  tutti  sono  rimasti  entusiasti  dell’attività  svolta  e  degli insegnamenti  ricevuti.  Credo  che  questo  per  noi  sia  già  un  grande  successo.  Per  il futuro occorrerà curare maggiormente l’organizzazione delle presenze degli Istruttori, affinché vi sia un uguale numero di presenze per ogni giorno di attività.

Per concludere:  ritengo che lacollaborazione tra SCAG e CNSASA, che abbiamo per la prima volta sperimentato, sia la strada giusta da seguire nella gestione  degli eventi internazionali  UIAA  dedicati  a  discipline  tecniche  specifiche  come  l’Ice  Climbing  o  il Rock Climbing. Sono certa che con una saggia collaborazione, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, potremo gestire sempre meglio e con più successo i futuri eventi.

scarica la relazione

Articoli Correlati