Ai Calanchi del Marchesato

Domenica 23 Marzo il Cai Catanzaro insieme agli amici dell’Associazione Calanchi del Marchesato tra le montagne di argilla di Cutro e Roccabernarda.

C’è un luogo dove gli elementi della natura si incontrano. Se ti guardi attorno sembra di vederli seduti, mentre con le mani invisibili lavorano. Il vento modella, la pioggia incide. L’erosione, l’argilla e il tempo progettano. La stagione della primavera magnifica bellezza.

Dalle crepe aride della terra si levano i colori delle fioriture; il giaggiolo dei poveretti, l’anemone, l’ofride gialla, il centonchio, le margherite, gli asfodeli, la sulla, i fusti allungati delle ferule e le orchidee italiche, tutte insieme a danzare nel vento. L’acqua si manifesta in piccoli stagni, rifugi di biodiversità, ecosistemi preziosi di natura calabrese.

Le imponenti cupole delle biancane si ergono silenziose e le forme ondulate dei calanchi si estendono a perdita d’occhio, interrotti da depressioni e infossamenti che nascondono segreti. I viandanti si fermano, ammirano la magia effimera, riconoscendo in essa la maestosità e il potere degli elementi.

Il socio Vittorio Luzzo lascia il segno e le sue parole emozionano: …”nel mio peregrinare in questi luoghi ho scoperto che madre natura ha voluto copiare un pezzo di Pollino, disegnando la corteccia del pino loricato sulle montagne di argilla”. Fantastico. Parole più belle non potevano esserci per descrivere questi luoghi.

Qualcosa sta cambiando qui. La comunità comincia a innamorarsi dei luoghi. Ci crede. Li protegge. La memoria riaffiora. Lungo la via percorsa da pastori e contadini, la via Veteram, con ancora visibili i vecchi pontili, qualcosa sta cambiando.

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