Il Confine fra lo Stato Pontificio (Poggio Bustone) ed il Regno delle Due Sicilie (Cantalice)
Dalla colonnetta 442 alla colonnetta 454
In applicazione del Trattato del 16 settembre 1840, la demarcazione dei confini fra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio venne effettuata con la messa in opera di “colonnette” (oggi chiamate “Cippi”) in pietra o in legno, dal 9 novembre 1846 al 18 settembre 1847. Dai verbali di “demarcazione” risultano posti in essere 686 punti di confine. La numerazione terminava però con il numero 649 perché, in alcuni punti, le colonnette vennero segnate con la incisione, oltre al numero, di una lettera alfabetica.
Sulla parte rivolta verso il Regno delle Due Sicilie venne inciso il giglio borbonico e, sotto, il numero progressivo. Sulla parte verso lo Stato Pontificio si trovava invece lo stemma pontificio (due chiavi “decussate”, cioè incrociate) e la data di apposizione, il 1846 o il 1847. In cima ad ogni colonnetta una linea indicava la direzione verso la colonnetta precedente e quella successiva.
Le colonnette venivano commissionate ad artigiani locali e, di solito, si utilizzava materiale reperito sul posto. Alla posa in opera erano presenti, oltre che i responsabili delle due comunità frontaliere, due o più ‘Indicatori’, gente del posto che sapeva con esattezza dove passava il confine. Gli ‘Indicatori’ erano, quasi sempre, gli stessi che avevano provveduto, nel 1841, a fare una ricognizione ed a tracciare una demarcazione provvisoria con pali di legno. Al termine del lavoro, veniva redatto e sottoscritto dalle parti un verbale finale.
Il costo per la realizzazione e la messa in opera di ogni singola colonnetta era, in ugual misura, a carico delle comunità locali e si aggirava probabilmente dai 200/300 euro attuali in su. Il governo centrale dei due Stati provvedeva poi a rimborsare le comunità locali. Spesso con molto ritardo.
I Cippi del Confine Papalino-Borbonico dal 442 al 454 vennero posti in essere quasi sicuramente nel giugno del 1847. Nei verbali redatti da parte degli ingegneri incaricati dell’opera viene infatti riportato che il 26 giugno del 1847 furono sospesi i lavori di demarcazione al Cippo 455. I tecnici si spostarono nella zona dei Monti Ernici (attualmente in Provincia di Frosinone) e tornarono nel Reatino il 6 agosto 1847.
I Cippi dal 442 al 454, in “sasso calcareo”, avevano, in origine, tutti le stesse dimensioni: 1 metro di altezza, 40 centimetri di diametro, con una base interrata di 40 centimetri. Solo il Cippo 455 era leggermente più piccolo. Il peso di ognuno era di circa 5/6 quintali.
I Cippi in questione sono oggi ancora tutti visibili e si trovano quasi sempre nella posizione originale. Un paio sono scivolati qualche metro in basso. Nel corso del tempo alcuni dei Cippi caduti sono stati rialzati, non rispettando quasi mai l’orientamento originale. Altri sono a terra, coperti dal fogliame e dal terriccio. In tutto oggi, ottobre 2024, sei Cippi risultano in piedi, qualcuno in precario equilibrio, e sette Cippi sono atterrati.
Per chi voglia approfondire l’argomento si segnalano i seguenti riferimenti:
In rete:
- “lemiepasseggiate” di Giuseppe Albrizio – https://www.lemiepasseggiate.it/cippi-di-confine-papalini-borbonici
Libri:
- “Testimoni di Pietra” di A. Farinelli e A.T. D’Arpino – Aleph Editrice
- “L’ultimo confine pre-unitario” di T. Aebischer – Edizioni Nuova Prhomos
Su Facebook:
- “Cippi di Confine Papalini Borbonici” – https://www.facebook.com/groups/554593971873660
Tracce gpx da scaricare: clicca qui